Da Mandello Lario riceviamo e pubblichiamo:
Come ho già avuto modo di dire, negli ultimi anni le bellezze naturali del Lario, complice la pubblicità indiretta di artisti e influencer, hanno promosso e stimolato un forse invidiabile sviluppo turistico del Lago di Como. Il mondo intero si riversa tra le scalinate di Bellagio e lungo la “passeggiata degli innamorati” di Varenna, senza dimenticare Laglio con la sua villa Oleandra. In misura minore, ma pur sempre significativa, raggiunge poi tutti i paesi del Lario: meno famosi ma altrettanto caratteristici.
Da tempo sulla stampa si dà grande risalto all’intervento urbanistico che porterà a Mandello Lario la realizzazione di una nuova, altamente qualificante e ambiziosa struttura turistico-ricettiva. Un hotel “stellato” dotato di spa che il gruppo valtellinese “QC Terme” realizzerà, con un investimento di oltre venti di milioni di euro, nell’area a lago dell’ex Vellutificio Redaelli. Anche le istituzioni regionali, sempre attente alla promozione turistica, hanno dato il loro appoggio e, verosimilmente, daranno un contributo al progetto.
Un’attenta e realistica riflessione va fatta. Consideriamo che strutture analoghe hanno chiuso i bilanci con forti perdite o sono rimaste, come è il caso del nuovo Centro nautico del Moregallo, grandi incompiute, cattedrali nel deserto. Sull’onda dell’entusiasmo si è spesso indotti, e non soltanto in questi casi, a ipotizzare ottimistiche opportunità e a sopravvalutare le potenzialità in relazione ai reali bacini di utenza.
Fin qui comunque nulla di male. Non è purtroppo ancora trapelata, però, una chiara indicazione sull’intero progetto e, visti i precedenti, c’è da preoccuparsi. In altre realtà, ad esempio, alle strutture ricettive vere e proprie sono stati affiancati pontili galleggianti, spiagge attrezzate e persino piscine galleggianti. Non c’è limite alla fantasia!
Sappiamo soltanto che ci sarà un ampio parcheggio, parzialmente pubblico, ma non dove e neppure come verranno allocati circa 12.000 metri cubi di nuove costruzioni. Non sappiamo inoltre come verrà gestita la già problematica viabilità e se ci saranno ripercussioni, per la cittadinanza, in conseguenza dei probabili elevati consumi idrici della spa. Problemi ovviamente risolvibili, ma prima di iniziare i lavori.
Certo che quanto è stato fin qui realizzato, e non solo sul Lario, al fine di riqualificare e rendere economicamente sostenibili edifici storici o appartenenti alla cosiddetta “archeologia industriale”, crea qualche perplessità.
C’è da sperare che la sensibilità delle varie istituzioni coinvolte e il contributo delle associazioni ambientaliste, ultimamente silenti su questi temi, possano portare a soluzioni ambientalmente compatibili, esteticamente apprezzabili e con reali e tangibili benefici pubblici. Per intenderci, che non succeda di svendere il territorio per un piatto di lenticchie.
Maurizio Leonelli (Mandello Lario)
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