![]() |
Zaira Spreafico in una foto che la ritrae alla "Nostra famiglia" di Mandello Lario. |
(C.Bott.) Si intitola "Zaira Spreafico, Il coraggio dell'impossibile" ed era stato pubblicato dall’Associazione “La Nostra famiglia” e dall’Istituto secolare delle piccole apostole della carità in occasione del decimo anniversario della sua morte (Zaira Spreafico fu tra le prime donne in Italia a battersi per il diritto alla salute, e non soltanto all’assistenza, dei bambini colpiti dalle patologie più gravi e invalidanti).
A curare quel libro era stata Gianna Piazza, che introducendolo scriveva tra l’altro: “Con lei abbiamo capito che il valore di una persona, la sua finezza e magnanimità consistono nel “fare e insegnare” quanto l’amore detta, assolvendo quei debiti che solo il bene conosce. Senza ristrettezze di tipo precettistico, anche quando si tratta di indicare e magari ripetere i medesimi consigli. Ma, si sa, la ripetizione fa parte della struttura dell’uomo ed è necessaria per vivere sensatamente. Poiché è il “senso” che muove ogni ripetizione e in essa permane, lasciandosi così scoprire. Ciò che sazia non è il sapere sempre cose nuove ma il sentire e gustare interiormente quelle essenziali, forse ripetendole con poche varianti e tonalità di tema, utili comunque a discernere e affinare il gusto interiore. Zaira agiva così”.
Mandello Lario ricorderà e onorerà oggi Zaira Spreafico in un incontro che si terrà alle ore 18 presso la sala consiliare in piazza Leonardo da Vinci nell’ambito della rassegna “Non solo 8 marzo” organizzata dall’assessorato comunale alle Pari opportunità.
Nata a Lecco il 6 aprile 1920, Zaira Spreafico incontrò don Luigi Monza nel 1936 al suo ingresso nella parrocchia di San Giovanni. Nei primi anni Quaranta entrò a far parte dell’Istituto secolare da lui fondato. Crocerossina volontaria negli ospedali militari, insegnante di religione all’Istituto magistrale “Carlo Tenca” di Milano, sfollata a Varese si occupò di attività ricreative per studenti.
Dal ‘45 al ‘46 si dedicò all’assistenza dei fanciulli abbandonati e a partire dal 1947 si impegnò per l’organizzazione di servizi per la diagnosi, la cura e la riabilitazione delle disabilità infantili e in collaborazione con l’Istituto neurologico “Besta” di Milano contribuì alla creazione di centri di riabilitazione (il primo centro di riabilitazione extra ospedaliero riconosciuto dallo Stato in Italia è quello della “Nostra famiglia” di Ponte Lambro).
Dal 1948 al 2004, anno della sua scomparsa, fu presidente dell’Associazione “La Nostra famiglia” e direttrice generale dal ‘48 all’89, opera concepita per il recupero di soggetti portatori di disabilità. Negli stessi anni è stata anche responsabile generale dell’Istituto Secolare delle Piccole apostole della carità, fondato dal beato don Luigi Monza.
Grazie alla sua instancabile attività i centri della “Nostra famiglia” sono andati moltiplicandosi e qualificandosi sempre più. Ed è a Zaira Spreafico che Mandello Lario deve il poliambulatorio realizzato dalla “Nostra famiglia” grazie all’eredità ricevuta dalla famiglia Monti. Il centro di riabilitazione motoria “Giovanni e Giustina Monti” ha sede in via Nazario Sauro ed è operativo dal 1986. Al suo interno sono attivi una residenza sanitario assistenziale per persone con disabilità e un ambulatorio di terapia fisica e riabilitazione. La struttura si propone di offrire un percorso di riabilitazione a soggetti disabili adulti con patologie neuro-psico-motorie complesse.
All’incontro mandellese di oggi interverranno il dottor Domenico Galbiati, neurologo, presidente della commissione scientifica dell’I.R.C.C.S. “Eugenio Medea”, Carla Andreotti, piccola apostola della carità, già dirigente sviluppo e formazione dell’Associazione “La Nostra famiglia”, e Alessia Fumagalli, laureata in Scienze della formazione e insegnante di scuola primaria a Costamasnaga.
Nessun commento:
Posta un commento