Luisa Maria Viettone Parodi - per tutti, in famiglia, Isa - moglie di Enrico Parodi, ultimo azionista unico e dal 1953 indimenticato presidente della Moto Guzzi, è morta questa mattina a Genova nel giorno in cui ha compiuto 100 anni. Roberto Manieri, grande esperto di motori e attento cultore di tutto ciò che si lega alla Moto Guzzi, la ricorda con questo scritto:
Nei suoi ricordi, già a partire dagli anni Quaranta, le frequentazioni con il marito Enrico, ovvero “Richetto” Parodi. “Richetto” era il fratello minore di Giorgio, tra i fondatori della Moto Guzzi, e aveva due sorelle, una delle quali era Ninetta Parodi. Perché citare Ninetta Parodi? Perché a un certo punto Ninetta Parodi, sorella minore di Enrico e Giorgio, sposa in seconde nozze l’ingegner Viettone, padre della signora Isa. Dunque per Enrico a un tratto il suocero è diventato anche cognato, oltre che collega ai vertici della Casa dell’Aquila.
L’ingegner Viettone era direttore degli stabilimenti militari di Napoli. Venne nominato anche ai vertici della Moto Guzzi di Mandello Lario dopo che nel 1952 Giorgio Parodi aveva dichiarato in una serie di missive al fratello Enrico il suo disinteresse per la Guzzi e ceduto il suo 50 per cento delle azioni al fratello per 3 miliardi e mezzo, poi pagati dal Banco di Roma (Giorgio li userà per finanziare la costruzione di due petroliere della flotta Parodi).
Alla morte di Viettone saranno molte le opere di bene che “Ninetta” realizzerà donando fondi e infrastrutture a favore della popolazione del Lario in memoria dell’ingegner Viettone. A tutt’oggi nella memoria dei mandellesi rimane l’immagine di Isa come di una donna bellissima, forte, dal carattere determinato e dai modi eleganti, dettati anche dalla sua appartenenza a una famosa stirpe nobiliare europea.
Nata il 2 marzo 1925, la signora Isa ha vissuto la sua giovinezza nei pressi della Costiera Amalfitana, seguendo gli spostamenti e gli incarichi di rilievo del padre ingegnere, chiamato agli Arsenali militari di Napoli. Durante la guerra il padre, preoccupato che le vicende belliche potessero gravare sulla famiglia, si ricordò di aver conosciuto Giorgio Parodi in occasione della progettazione della darsena per l’approdo degli idrovolanti a Genova. Concordò un appuntamento con Giorgio e gli chiese di trovargli un lido sicuro dove mandare la famiglia. Il lido sicuro è a Mandello Lario.
Le figlie dell’ingegner Viettone si trasferiscono così in quel di Mandello, o meglio divise tra Mandello e Lierna nelle ville di famiglia dei Parodi che erano state ristrutturate e arredate dall’ingegner Giuseppe Guzzi, dove la giovane Isa conosce l’altro e altrettanto giovane dottor Richetto Parodi. Nonostante la differenza di età (Enrico era molto più grande di lei), galeotto fu un valzer dell’ultimo dell'anno...
I due si conobbero, finché un giorno l’autista di fiducia della Moto Guzzi fu mandato con l’Alfa Romeo nera di servizio da Richetto a Napoli, il quale si presentò offrendo alla signora Isa un pacchetto di sigarette con dentro nascosto un messaggio: “Sono innamorato di te. Se vuoi passare il resto della tua vita con me sali su questa macchina e vieni a Mandello…”. E così fu.
La signora Isa e Enrico Parodi ebbero una grandiosa storia d’amore, culminata con la nascita di due figli, Federico e Donatella. Le loro vite si intrecciano con la storia della Moto Guzzi.
Enrico era del resto entrato in azienda tra il 1926 e il 1927. Ai tempi qualcuno sorrise pensando che l’autista che Enrico Parodi aveva mandato a Napoli fosse uno stretto collaboratore della direzione della Guzzi che guidava le macchine di servizio. Ma essendo molto basso di statura aveva applicato sotto le scarpe uno spessore per riuscire a premere i pedali della potente berlina.
Quella della signora Isa fu una risalita molto difficile lungo le strade dell’Italia percorsa dalla guerra degli anni ‘40, ma lei giunse a Mandello. Si racconta di un matrimonio a Madesimo, con gli scarponi ai piedi, celebrato in una chiesetta di montagna, sotto il rischio dei bombardamenti alleati o delle incursioni dei partigiani o dei repubblichini e dei tedeschi.
Un secolo intenso, vissuto attivamente non soltanto al fianco di Enrico ma nella memoria di tutto quello che Enrico fece per gli oltre 1. 600 dipendenti della Moto Guzzi e per tutti gli interessi della famiglia. Da bravi guzzisti non possiamo che stringerci idealmente al dolore della famiglia Parodi.
Roberto Manieri
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