24 marzo 2025

Mandello. Scrive: “Area ex campeggio, la soluzione migliore per chiudere il caso? Una mediazione”

Sul “caso” ex campeggio di Mandello Lario da Maurizio Leonelli riceviamo e pubblichiamo:

Come noto le sentenze non si discutono. Possiamo però commentarle e tentare di interpretarle. I Tribunali, credo saggiamente, cercano nei vari gradi di giudizio di evitare sentenze “capitali”. Considerano la buona fede e l’assenza di dolo, prendono per buoni cavilli interpretativi, apprezzano ravvedimenti. Infine applicano le cosiddette attenuanti generiche, riducendo le condanne o infliggendo pene alternative. In qualche occasione, nel dubbio, assolvono. Nel caso del piano di rigenerazione dell’ex campeggio sembrerebbe essere stato applicato questo principio.

Il ripristino dello stato dei luoghi ordinato dalla Provincia e confermato dal Tar è stato giudicato eccessivo e illegittimo in virtù di un opinabile cavillo procedurale. La difficoltà nello stabilire il reale sconfinamento demaniale, che pure è stato accertato dall’Autorità di bacino, ha inoltre contribuito a tale scelta. Resta ora da chiarire la parte della sentenza che dà mandato al Comune di “procedere a una complessiva rivalutazione della vicenda e all’adozione dei conseguenti provvedimenti”.

C’è da ritenere che da parte dei giudici vengano auspicate, in considerazione della valenza ambientale dei luoghi e degli aspetti relativi a una fruibilità pubblica della spiaggia, connaturata al piano di rigenerazione urbano, alcune significative modifiche al progetto. Ad esempio, ribadire l’uso pubblico di tutta la spiaggia mediante la cessione al Comune di parte degli spazi destinati alla ristorazione dei bagnanti e l’eliminazione della nuova scala a vantaggio di una sostanziale riqualificazione dell’intera spiaggia e del molo esistente, da anni in stato di completo abbandono. In definitiva, evitiamo ulteriore cemento e mascheriamo quello che c’è già con pietra naturale e un’adeguata piantumazione.

Per quanto riguarda l’edificio a monte, di cui non si parla e che con i suoi cinque piani risulta essere di rilevante impatto ambientale, parrebbe inevitabile procedere a un suo ridimensionamento, almeno in altezza.

Pur mantenendo un giudizio più che negativo su quello che potremmo definire un “piano di degenerazione urbana”, ritengo che da una tale mediazione tutti - Comune, imprenditore e mandellesi - potrebbero trarre beneficio. Se fattibile, evitiamo prese di posizione di parte che potrebbero inevitabilmente portare ad altri ricorsi, e chiudiamo in tempi brevi l’intera faccenda.

Maurizio Leonelli (Mandello Lario)

Nessun commento:

Posta un commento