Il cardinale Cantoni al “Sacro Cuore” alla messa di chiusura della “tre giorni”: “E’ stato un momento qualificante e opportuno per rendervi conto del laborioso cammino di fede che, come discepoli del Signore, state percorrendo insieme”
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Il cardinale Oscar Cantoni al "Sacro Cuore". |
(C.Bott.) “Quando Gesù conduce tre suoi discepoli - Pietro, Giacomo e Giovanni- sul monte Tabor permette loro una pausa salutare e benefica. Essi sono aiutati a comprendere meglio il mistero della sua persona e a conoscere in anticipo la meta a cui egli sta andando incontro, cioè la sua passione, morte e risurrezione. Gesù si era accorto che i discepoli avevano bisogno di una nuova conferma rassicurante. Erano perplessi e increduli davanti a quanto andava loro insegnando. E gliela concede volentieri, questa pausa, perché essi si sentano confermati e così possano continuare a seguirlo”.
Fa riferimento al Vangelo di Luca della seconda domenica di Quaresima e all’episodio della trasfigurazione, il cardinale Oscar Cantoni, introducendo nella chiesa del Sacro Cuore l’omelìa alla messa di chiusura della sua “tre giorni” al vicariato di Mandello Lario. Ed è immediato l’aggancio proprio alla visita pastorale di questo fine settimana.
“Può essere che anche voi tutti - afferma il vescovo di Como - abbiate vissuto questi pochi giorni di visita pastorale come una felice occasione per incontrare il Signore che è venuto a visitarvi mediante un suo pastore. E’ stato un momento qualificante e opportuno per rendervi conto del laborioso cammino di fede che, come discepoli del Signore, state percorrendo insieme, in questo tempo così impegnativo e drammatico della storia, un tempo che richiede massima unità e convergenza di cammino e non ammette divisioni”.
“Per quanto breve - aggiunge il prelato - questa visita pastorale può essere servita per rassicurarvi della bontà dell’esperienza comune che state vivendo, per sintonizzarvi con il cammino che la nostra Chiesa diocesana sta additando, per potersi presentare davanti al mondo unita e compatta, quale segno di speranza e di fraternità. Una Chiesa che cammina insieme, con l’apporto di tutti, per essere testimone e messaggera della misericordia di Dio dentro la nostra società, quindi una Chiesa sinodale, ministeriale e missionaria”.
Poi un altro accenno al Vangelo di Luca: “Sul Tabor i tre discepoli ascoltano la voce del Padre e scorgono l’intima relazione padre-figlio. Percepiscono la trasfigurazione del Signore come la manifestazione piena dell’umanità vissuta dal figlio, in risposta obbediente all’amore del padre. Anche noi, attraverso il battesimo, veniamo rigenerati, così da vivere l’esperienza dell’umanità vissuta nella figliolanza, che nel momento della trasfigurazione sul monte si è resa pienamente visibile davanti ai tre discepoli, stupefatti e commossi”.
“Gesù apre gli occhi e la mente ai tre discepoli in vista di quanto avrebbero vissuto di lì a poco - aggiunge il cardinale - Apra gli occhi e la mente anche a tutti noi perché lo ascoltiamo quale figlio amato e così abbiamo la luce che ci consente di poter vedere, nella notte del mondo, quella bellezza che sul monte il Padre ha fatto brillare”.
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