La religiosa originaria di Abbadia Lariana scrive da Northborough, cittadina facente parte della contea di Worcester nello stato del Massachusetts: “Questo pontefice scalda il cuore perché la verità del Vangelo illumini le menti”
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Suor Laura Canali alla mensa dei poveri di St. John's. |
(C.Bott.) “In questi giorni in cui il mondo è in ansia per la salute di papa Francesco mi tornano alla mente le parole che Gesù pronunciò su Giovanni Battista: “Era una luce nel deserto, ma avete avuto poco tempo per restare alla sua luce”. Papa Francesco già con il suo saluto all’inizio del pontificato ha dato di sé un’immagine nuova. Lui non sarebbe stato sopra di noi, ma in mezzo a noi. Benedetto XVI illuminava dall’alto, Francesco scalda il cuore perché la verità del Vangelo illumini le menti”.
Dagli Stati Uniti d’America, dove si trova dal 2010 dopo avere esercitato il suo ministero negli anni Ottanta anche in Sierra Leone, suor Laura Canali, originaria di Abbadia Lariana, riflette sulla figura e sull’operato di papa Francesco, dal 14 febbraio ricoverato al Policlinico “Gemelli” di Roma.
“Per me ci sono tre momenti che definiscono bene Papa Francesco - afferma la religiosa, che a Northborough, cittadina facente parte della contea di Worcester nello stato del Massachusetts, è impegnata su più fronti, dal volontariato presso la mensa dei poveri all’organizzazione delle Giornate missionarie, passando per una serie di servizi svolti nella sua comunità - Il primo è stato quando, nei giorni della pandemia, da solo e sotto la pioggia in piazza San Pietro ha salito i gradini che portano alla Basilica per pregare. In quel momento Francesco portava dentro di sé e con sé tutta l’umanità. In quel momento tutto il mondo era nella mente, nel cuore e nella preghiera del Papa. La sua umanità si è poi sempre manifestata nelle sue parole e nei suoi gesti, nell’incontro con i vari popoli, nel suo invocare instancabilmente il dialogo, la fraternità, il perdono. Nella condanna esplicita di tutte le guerre, nel sostenere l’immoralità delle armi”.
“Un altro momento importante - continua suor Laura, entrata nella Società Missionaria di Maria nel 1971 e la cui professione solenne risale al 1977 - è stata la visita dello scorso anno di Papa Francesco in Asia. A Timor-Leste, incontrando la popolazione, si è subito sentito in sintonia con quella cultura e in seguito ebbe a dire: “Sono rimasto incantato da quella gente”. Ciò conferma come Francesco sappia cogliere ovunque il bello e il positivo. Durante quello stesso viaggio ha anche detto: “Siamo venuti agli estremi confini della Terra perché i confini della Terra sono al centro del Vangelo”. Questa frase è davvero importante per noi cristiani perché ci richiama alla nostra vocazione missionaria”.
“Un ultimo aspetto - osserva ancora la religiosa di Abbadia Lariana - è la preoccupazione del Papa per i bambini. Lui dice che in tutti i conflitti sono proprio loro quelli che più ne portano le conseguenze e non a caso ha voluto che si organizzasse un incontro per loro. E con loro. Il 25 e 26 maggio dello scorso anno ha avuto luogo a Roma la prima Giornata mondiale dei bambini, che ha radunato allo stadio Olimpico 50.000 bambine e bambini con più di 90 delegazioni di tutto il mondo. Inoltre lo scorso gennaio il Papa ha voluto che si organizzasse un “International summit” che ha radunato sempre a Roma rappresentanti di vari Paesi, religioni e culture per parlare dei diritti dei bambini in preparazione al prossimo “World children’s day” che si terrà nel 2026”.
Suor Laura conclude: “Ecco, io posso dire che Papa Francesco è per me il papa, il vescovo e il parroco da ascoltare e da seguire perché è luce alla mia strada”.
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