Dal mandellese Maurizio Leonelli riceviamo e pubblichiamo:
Finalmente, incrociando le dita, dopo 25 anni di apparenti superficiali valutazioni, errori progettuali e maldestra gestione degli appalti, entro l’anno ripartiranno i lavori per la realizzazione della ciclabile (Anas la definisce pista di servizio finalizzata a togliere biciclette e veicoli lenti dalla Statale 36) da Pradello allo “svincolo” di Abbadia Lariana.
Da qui in avanti, inserito nell’ ambizioso, ideologico progetto regionale “Brezza”, denominato ciclovia dell’Adda (Bormio-Pavia), l’amministrazione provinciale di Lecco e i singoli comuni realizzeranno tratti di ciclabile da Abbadia a Colico.
Progetto sicuramente auspicabile, ma di non così facile realizzazione e che, purtroppo, si presta alle più bizzarre scelte progettuali e all’intervento del sempre attivo “ufficio complicazione cose semplici”!
Si parte con un funambolico, costoso, inutile cavalcavia all’ingresso di Abbadia che, inspiegabilmente, sposta a monte la ciclopedonale. Nel contempo si progetta il prolungamento della passeggiata in riva al lago, unica reale possibilità per le biciclette di attraversare, in sicurezza, Abbadia.
Ma veniamo a Mandello. La pista, in sede propria a lago della Provinciale 72, sembrerebbe prevedere l’abbattimento delle scalinate di accesso alla chiesa della Madonna di Debbio. La ciclabile proseguirà sulla passerella a sbalzo di recente costruzione, che verrà in parte smantellata e allargata a 2 metri e 50, infilandosi poi nell’angusto sottopasso fino a Pramagno.
Vien da chiedersi: perché non proseguire a lago della Sp 72, eliminando le invasive rampe metalliche esistenti e un attraversamento della Provinciale, sempre fonte di pericolo? A questo punto la ciclabile prosegue in sede promiscua (disegnata sulla strada) nei vicoli e nelle piazze pedonali del centro storico; persino nel viale principale dei giardini pubblici, fino alla “Gilardoni Raggi X”. Il tutto con una spesa di 2,3 milioni di euro.
Diciamolo: non è una grande idea. Corre l’obbligo di ricordare che le ciclabili in sede promiscua sono sconsigliate dalle norme oltre che dal buon senso (il riferimento è ai recenti, numerosi e gravi incidenti che hanno visto coinvolti pedoni, ciclisti e mezzi a motore).
Da lì in avanti presumo si pensi a un percorso a monte, all’interno dell’abitato di Olcio e a una passerella a sbalzo sulla punta di Grumo. Soluzione, questa, forse non del tutto peregrina, ma da valutare con una certa attenzione (costi, sicurezza, tempi di realizzazione e impatto ambientale, rapportati alla reale utilità dell’opera).
Considerazione finale dettata dal buon senso e dall’esperienza: non sarebbe più utile per i mandellesi che si spostano quotidianamente per raggiungere servizi e le varie attività commerciali ricavare un banale ma fattibile percorso protetto a lato della strada provinciale, come del resto avviene nel "resto del mondo"?
Maurizio Leonelli (Mandello Lario)
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