26 febbraio 2025

Mandello Lario. L’ultimo saluto a Jadran Savarin con una frase di Cristicchi e l’inchino dei carabinieri

(C.Bott.) Sul retro dell’immagine che lo raffigura sorridente una scritta: Ah, come si fa? A morire di malinconia per una vita che non è più mia. Che male fa se ancora cerco il mio cuore dall’altra parte del mare. E’ una frase del musical scritto da Simone Cristicchi, uno spettacolo tratto dal libro “Ci chiamavano fascisti, eravamo italiani” di Jan Bernas. Tratta dell’esodo istriano, giuliano e dalmata del secondo dopoguerra e dei massacri delle foibe, temi che stavano particolarmente a cuore a Jadran Savarin, a sua volta esule da Capodistria, morto lunedì scorso a Mandello Lario all’età di 68 anni.

Oggi pomeriggio l’ultimo saluto nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, presenti tanti esponenti dell’Associazione nazionale carabinieri, alle cui iniziative Savarin partecipava attivamente. Perché lui la Benemerita l’aveva nel cuore.

All’omelìa padre Paolo Ancilotto non pronuncia l’elogio funebre. “Quello - dice il celebrante - lo fa il Signore, che ben conosce questo nostro fratello”. “Anzi - aggiunge - è Jadran a elogiare il Signore e a raccontargli le meraviglie che ha conosciuto grazie a Lui, che gli è sempre stato accanto mostrandogli la strada da percorrere”. “Dio però è anche uomo - aggiunge il sacerdote - e sa comprendere le fragilità di tutti noi esseri umani e questa è la prima meraviglia che il Signore ci fa”.

“Siamo qui anche per intercedere per questo nostro fratello - afferma ancora padre Paolo - e invochiamo il Signore affinché lo accolga nel suo Regno”.

Dopo la Comunione la lettura della preghiera del carabiniere, che invoca Maria con il titolo di Virgo fidelis e che in un passaggio recita: “Tu accogli ogni nostro proposito di bene e fanne vigore e luce per la Patria nostra. Tu accompagna la nostra vigilanza, tu consiglia il nostro dire, tu anima la nostra azione, tu sostenta il nostro sacrificio, tu infiamma la devozione nostra”.

Poi l’aspersione e l’incensazione della salma e, sul sagrato della parrocchiale, l’ultimo saluto e l'ultimo ideale inchino dei "suoi" carabinieri a Jadran Savarin.


 

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