Don Vittorio Bianchi nella chiesa del Sacro Cuore alle esequie del mandellese morto all’età di 86 anni: “Dobbiamo avere la certezza che lui continua e continuerà a vivere nei nostri ricordi”
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Natalino Curioni (1938-2025). |
(C.Bott.) “La chiesa è luogo di incontro, è la nostra casa dove ritrovarci per incontrare il Signore. Qui affidiamo a lui tutte le cose belle ma anche le nostre sofferenze. Qui troviamo Gesù, che ci fa partecipi della sua solidarietà e che ci ricorda che il dono della vita è un dono vero e in quanto tale è per sempre perché Dio non tradisce e la certezza della fede deve sostenerci anche in questo momento di dolore e sconforto. Sì, questo è il luogo di chi confida nel Signore”.
Don Vittorio Bianchi introduce con queste riflessioni, nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore, la sua omelìa al rito funebre di Natalino Curioni, morto a Mandello Lario all’età di 86 anni. “Dobbiamo avere la certezza che Dio ci ama anche se tante volte tace - aggiunge - ed essere consapevoli che la dimensione della fede ci fa giusti. Il distacco da una persona cara, alla quale abbiamo voluto bene ci fa inevitabilmente soffrire, ma è proprio questa consapevolezza a doverci sostenere. E la certezza che Natalino continua e continuerà a vivere nei ricordi che ciascuno di noi conserva di lui”.
“Ricordiamo il suo carattere gioviale e aperto - aggiunge il sacerdote mandellese, amico e coetaneo di Natalino Curioni - e il suo saper cogliere gli aspetti gioiosi della vita, che lui amava. Non dimentichiamolo, ci farà bene”.
Sulla stessa lunghezza l’invocazione ripetuta poco dopo alla preghiera dei fedeli: “Signore della vita, ascoltaci”. Poi altre preghiere, altri canti, prima della benedizione, dell’aspersione e dell’incensazione della salma.
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