21 febbraio 2025

Dalla deportazione alla sfida all’indifferenza. A Mandello domani e domenica il film su Liliana Segre

(C.Bott.) Sabato 22 e domenica 23 febbraio (inizio alle ore 21, biglietto d’ingresso 3 euro) al “De André” di Mandello Lario proiezione del film “Liliana” di Ruggero Gabbai. Il film documentario racconta la storia della senatrice a vita Liliana Segre. Vengono ripercorse le tappe fondamentali della sua vita, dalla deportazione nei campi di concentramento nazisti in cui ha perso suo padre fino al suo impegno sociale nel panorama culturale italiano.

Nata a Milano il 10 settembre 1930, per il fatto di essere ebrea nel 1938 Liliana Segre si ritrova espulsa dalla scuola elementare a causa delle leggi razziali. Rimasta orfana di madre nei primi mesi di vita, dopo avere affrontato le prigioni di Varese e Como, è arrestata con il padre nel 1943 e con lui entra nel carcere di San Vittore a Milano. Il 30 gennaio del ‘44 da lì, passando per la Stazione Centrale, sono condotti al famigerato “binario 21” e caricati sul vagone merci che li porta ad Auschwitz-Birkenau. Lì il padre e i nonni paterni vengono bruciati nei forni, mentre lei riesce a sopravvivere al freddo e alla fame e a fuggire dal campo a piedi.

Dopo il rientro in Italia, nel silente imbarazzo dei suoi concittadini, tiene dentro di sé il trauma di quell’esperienza. Fino a quando, a distanza di 45 anni, dopo l’esperienza della maternità e quella di una profonda depressione, non le è più possibile farlo e decide di parlarne pubblicamente, in particolare nelle scuole.

Nel 2018, a 80 anni dalle leggi razziali fasciste, il presidente Sergio Mattarella la nomina senatrice a vita e lei si impegna - tra il 2018 e il 2022 - nella creazione di una Commissione per il contrasto dei fenomeni dell’intolleranza, razzismo, antisemitismo, istigazione all’odio e alla violenza.

Paradossalmente, a causa delle minacce di morte e dei messaggi di odio che riceve, le viene assegnata una scorta. E’ tra le fondatrici del Memoriale della shoah di Milano, attiguo alla stazione da cui fu deportata per la Germania, dove ha voluto che venisse scolpita a lettere cubitali la parola indifferenza. Nel suo primo discorso al Senato, riportato parzialmente nel film, si augura di poter “aiutare gli italiani a respingere la tentazione dell’indifferenza”.

Presentato alla Festa del cinema di Roma nel 2024, il film “Liliana” è un ritratto completo e ampiamente autorizzato, in cui si alternano tre piani temporali di racconto: gli anni delle leggi razziali, la seconda guerra mondiale e i campi di concentramento, il momento in cui per la prima volta Liliana Segre decide di parlare di quell’esperienza e infine il presente, in cui la senatrice a vita si racconta ritornando a Pesaro, luogo dove nel 1948 conobbe suo marito, e a Milano.

Oltre a ripercorrere la sua parabola eccezionale e la trasformazione in testimone della shoah e simbolo dell’antifascismo, il film indaga un tema essenziale e poco trattato, per lo meno nel nostro cinema: il rapporto tra la generazione dei sopravvissuti ai campi e quella dei loro figli.

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