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Natalino Curioni sulla pagina di agosto del calendario 2024 del centro anziani. |
(C.Bott.) Quante chiacchierate, con lui! Con Natalino Curioni era bello incontrarsi, fosse anche soltanto per scambiarsi poche battute. Si interessava a ogni evento che coinvolgesse direttamente o indirettamente la sua comunità mandellese, che conosceva pressoché alla perfezione. E che amava.
Ci chiedeva delucidazioni su quanto era accaduto poche ore o pochi giorni prima in paese o su episodi che avevano magari coinvolto qualche mandellese, che naturalmente lui nella maggior parte dei casi conosceva. Poi i nostri colloqui finivano con le sue scuse: “Scusami se ti ho disturbato e ti ho fatto perdere tempo”, diceva. E io a dirgli ogni volta che incontrarlo e scambiare appunto due chiacchiere non era assolutamente tempo sprecato, neppure quando amabilmente il discorso finiva sui nostri amici a quattro zampe e in particolare sul suo affezionato gattino.
Ogni volta l’invito era ad andare a prendere un caffè da lui, un motivo in più per chiacchierare del più e del meno. Quando già le sue condizioni di salute destavano preoccupazione, ci raccontava delle sue telefonate e dei graditissimi incontri nella sua casa in via dei Monti con don Ambrogio Balatti, negli ultimi tempi a sua volta malato, scomparso lo scorso novembre. E sorrideva, come era solito fare e come gli suggerivano il suo carattere gioviale e la sua solarità.
“Anche alla malattia non si è mai arreso e soltanto dopo essere diventato bisnonno, a fine gennaio, è sembrato lasciarsi andare, quasi avesse raggiunto l’ultimo obiettivo della sua esistenza”, ci ha detto sua figlia Eliana, che per lui ha fatto tanto, tantissimo. Per poi aggiungere: “Non nasce, il piccolino? Non nasce ancora? E andrà tutto bene?, era solito chiedermi con insistenza e trepidazione per quel fiocco azzurro che pareva tardasse a venire alla luce e che invece ha anche potuto stringere tra le braccia”. E sorridergli, aggiungiamo noi, perché il sorriso era parte di lui, di Natalino.
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