10 gennaio 2025

“Stefano, ora ci piace pensarti che sollevi il tuo “Michy” e senti le sue braccia stringerti il collo”

Stefano Barra (1968-2025)

(C.Bott.) “Stefano, avere conosciuto te e Paola ci ha reso persone fortunate e orgogliose, soprattutto per l’opportunità che ci avete dato facendo parte in qualche modo della vostra vita. Spesso dare spiegazioni a eventi così tragici è impossibile. Pensiamo a mamma Franca, che ha dovuto e deve affrontare ancora una volta un dolore inconsolabile, per non parlare di quello di Paola e di tutti noi, ai quali hai saputo con la tua meravigliosa cocciutaggine e infinita semplicità rubare il cuore”.

A distanza di tre giorni dalla morte di Stefano Barra tornano ancora alla mente le parole in suo ricordo pronunciate mercoledì scorso nella chiesa parrocchiale di Abbadia Lariana durante le esequie del padre di “Michy”, scomparso nel novembre 2015 a soli 10 anni.

“Pensiamo che Dio non voglia farci del male - è stato detto ai funerali - e l’unica risposta è che in fondo tutto abbia un senso ben definito. Persino i medici che hanno curato “Michy” si sono accorti che lui non era soltanto un bambino. Basta guardare l’amore che è scaturito attraverso l’associazione che Stefano e Paola hanno costituito grazie a lui e al suo sacrificio, evidentemente non vano”.

“Nessuno dovrebbe sopravvivere ai propri figli - è stato detto ancora, in quel caso rivolgendosi direttamente a Stefano e a sua moglie - Voi avete saputo tramutare un dolore grande in opere che hanno aiutato e stanno aiutando tantissimi bambini. Il tuo unico obiettivo, Stefano, era di poterli aiutare nella loro sofferenza nel momento in cui venivano trasportati sui lettini e che la ricerca potesse rendere la loro vita meno dolorosa. Dio sa quanto siete riusciti a raccogliere con le vostre iniziative in nome della ricerca! Ogni volta ti si accendeva nello sguardo una luce contagiosa a cui nessuno di noi si è mai potuto sottrarre, una volta intercettata. In un ultimo tuo sorriso, nel reparto di Lecco dov’eri ricoverato, a qualcuno hai detto: “La mia Paola è un osso duro, statele vicino”. E ancora una volta hai avuto un pensiero per qualcun altro”.

Poi, con il pensiero rivolto a Paola: “Siamo sicuri che a un minimo cenno della tua mano un esercito di persone sarà lì pronto ad aiutarti nella tua solitudine, sentimento che faremo di tutto per far sì che tu non possa provare”.

Quindi altri “messaggi” per Stefano: “Chi ti è stato vicino sarà ancor più motivato a proseguire quello che tu e Paola avete saputo creare in nome di “Michy”, con ancor più entusiasmo e gioia nel cuore. Certo, quando ci volteremo e non ti troveremo sarà dura, ma tutto deve continuare nel tuo nome e appunto in quello di “Michy”. Adesso ci piace pensarti vestito di bianco che sollevi il tuo “Michy” e senti le sue braccia stringerti il collo. Forse è passato troppo tempo dall’ultima volta che è successo… Tu e “Michy” sarete sempre con noi”.

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