08 gennaio 2025

Il chirurgo che operò Michy ricorda Stefano: “Ha voluto che un grande dolore si trasformasse in forza”

Il dottor Paolo Scanagatta: “A lui un grande grazie perché dal coraggio con cui lottare contro un male terribile può crescere una consapevolezza di speranza e di vita”

"Michy" Barra gioca a calcio balilla con il dottor Paolo Scanagatta.

(C.Bott.) E’ il chirurgo che operò Michele Barra all’Istituto nazionale dei tumori di Milano, dove ha esercitato fino a qualche anno fa in qualità di dirigente medico di chirurgia toracica. E che dopo la morte di “Michy”, avvenuta nel novembre 2015, scrisse un report per una rivista scientifica americana in cui raccontava cos’era accaduto tra lui e quel suo assistito e dell’immedesimazione scaturita tra chirurgo e paziente, al punto da fargli dire che quando quel ragazzino amante del mondo dei rally era mancato era stato come se una parte di sé fosse morta con lui.

Il dottor Paolo Scanagatta, mandellese, da settembre 2021 direttore della Struttura complessa chirurgia toracica all’Ospedale Morelli di Sondalo, nel gennaio di quattro anni fa aveva parlato di “Michy” anche a Radio 24. “Guardando lui - ebbe a dire in una trasmissione - ho rivisto me stesso da bambino. I suoi desideri, le sue speranze e le sue paure erano le mie e quando lui se n’è andato io non ho potuto far altro che soffrire disperatamente”.

Quindi una serie di ricordi: “Quando gli venne diagnosticato un tumore toracico il suo mondo si capovolse ma lui non smise di sorridere… Sapeva interpretare le immagini della TAC e pochi giorni prima di essere operato mi spiegò che aveva fatto ricerche su vari siti Internet e che voleva guarire per diventare lui stesso un chirurgo. Rimasi catturato da quel ragazzino di 9 anni come non mi era mai capitato nella mia carriera…”.

Il disegno che "Michy" aveva donato al dottor Scanagatta.

“Voleva che lo portassi con me in sala operatoria - raccontò sempre il dottor Scanagatta - ma quel suo sogno purtroppo non si è potuto avverare. Michele si è aggravato, fino a quel giorno di novembre del 2015. Io ne fui travolto! Mi aveva talmente coinvolto nel suo percorso che vivevo la sua scomparsa come se fosse morta una parte di me”.

Quindi un riferimento al loro ultimo incontro, una decina di giorni prima che mancasse. “Era sotto morfina per i forti dolori - spiegava il medico - ma era in piedi, con un sorriso coraggioso sul viso. Gli toccai il braccio e lui fece una smorfia di dolore. “Ehi, dottore, ricordati che nel braccio ho l’ago sottocutaneo”, mi disse. “Scusami”, gli risposi. E lui: “Nessun problema! Ricordati però che mi devi portare in sala operatoria con te”. E si mise a ridere… Capii che Michele mi aveva dato una grande lezione. La lezione era questa: a volte ti ritrovi coinvolto nella dinamica di immedesimazione tra medico e paziente e semplicemente non puoi farci niente”. E ancora: “Michele, il mio amico bambino, il me stesso allo specchio nella macchina del tempo, se n’è andato e io non riesco a superare quel dolore, semplicemente perché non voglio. Ma da allora, come lui voleva, Michele è in sala operatoria con me, ogni volta”.

Ora il dottor Scanagatta ricorda Stefano, il papà di “Michy”, scomparso ieri all’età di 56 anni e del quale oggi pomeriggio alle 15.30 verranno celebrate le esequie ad Abbadia Lariana. “Ho conosciuto Stefano e sua moglie Paola - premette - durante il periodo doloroso della malattia di “Michy”. In seguito alla morte del loro bambino non si sono chiusi nel dolore, ma hanno deciso di dedicare il loro tempo e le loro forze agli altri, per fare del bene e onorare con amore e con un grande impegno il ricordo e la vita del loro figlio”.

“Chi lo ha conosciuto meglio di me - aggiunge il chirurgo - descrive Stefano come una persona gentile e umile ma decisa e determinata: da quello che ho potuto vedere e capire lo era veramente e l’organizzazione e l’attività dell’associazione “Michy… sempre con noi” rimane la migliore testimonianza, che tutti possono conoscere e osservare e che ha fatto sì che un grande dolore si trasformasse in una forza dirompente e utile per altri bambini, per altre persone”.

“Dal punto di vista mio, dei colleghi dell’Istituto dei tumori di Milano e dei tanti pazienti che hanno potuto beneficiare delle donazioni elargite grazie all’attività dell’associazione - conclude il dottor Scanagatta - il miglior ricordo in onore di “Michy” e ora anche di Stefano è un grande e riconoscente ringraziamento, perché dal coraggio con cui lottare contro un male terribile può crescere una consapevolezza di speranza e di vita. Ciao, Stefano”.

Nessun commento:

Posta un commento