Una storia (parzialmente) inventata, anzi un bel racconto di Natale scritto dalla mandellese Adriana Lafranconi come dono per tutti quelli che hanno a cuore il presepe allestito alla Canottieri Moto Guzzi.
Correvano gli ultimi mesi del 2024 e Gaspare, Melchiorre e Baldassarre tenevano d’occhio la comparsa della cometa che, da oltre venti secoli, li accompagnava ogni anno alla grotta di Betlemme. Qualcosa però, nel cielo, quella volta si presentava diverso dal solito. “Guardate - disse un giorno Baldassarre agli altri due Re - mi pare che la stella indichi una direzione differente, un po’ più a Nord-ovest…”. Melchiorre e Gaspare, controllando attentamente, videro che era proprio vero.
Ma come poteva essere? Da sempre la cometa li aveva guidati a Betlemme e proprio lì tutti gli anni avevano trovato il Bambino.
I tre Saggi si consultarono, ma non era facile neppure per loro trovare una spiegazione a quanto era sotto i loro occhi. Alla fine tutti si trovarono d’accordo con queste parole di Melchiorre: “Fin dalla prima volta ci siamo fidati della stella. Seguiamola anche quest’anno”.
Così si misero in cammino, su piste a loro sconosciute, con i fedeli cammelli. Superarono i confini fra Oriente e Occidente, raccogliendo purtroppo e spesso echi di guerra. Non erano bastati più di 2000 anni perché la pace, augurata dall’Angelo ai pastori, raggiungesse il mondo intero.
Settimana dopo settimana, la stella li precedeva; li aveva ormai portati in Europa, in Italia, per la verità attraverso un percorso tortuoso, per evitare i mari, che per i cammelli rappresentavano un ostacolo insormontabile. E così, mentre spesso si chiedevano perché mai Maria e Giuseppe avessero scelto un posto diverso dove far nascere Gesù, arrivarono in Lombardia, a Mandello. E qui le loro domande trovarono risposta.
Quattro amici - Adriana, Francesco, Osvaldo e Valerio - avevano preparato per la Sacra famiglia un luogo riparato, tra le fronde di un maestoso oleandro, sulla sponda del lago. E qui donne e uomini del paese già erano accorsi ad adorare il Bambinello, senza timore dell’acqua, del vento, della breva. Ma i cammelli, che vedevano il lago per la prima volta, proprio quando i Magi avevano risolto il mistero si impuntarono e non ci fu più modo di farli proseguire. A Gaspare, Melchiorre e Baldassarre non restò che avventurarsi da soli su quelle acque. Niente avrebbe impedito loro, anche quell’anno, di andare ad adorare Gesù. Gaspare disse: “Provo io, per vedere se è possibile avanzare verso Gesù su questo lago”.
L’impresa sembrò loro possibile e i Magi scesero tutti insieme in acqua. Ma pure per loro, abituati alle steppe e ai deserti, il nuovo ambiente era ostile. Una notte di vento finirono nell’acqua gelida.
In loro aiuto corsero Osvaldo e Valerio, che li trassero a riva, li asciugarono e suggerirono loro come proseguire in sicurezza. Così Gaspare, Melchiorre e Baldassarre ripresero il cammino.
Non molto lontano la stella illuminava Maria che allattava Gesù. Quando la breva era leggera, avanzavano dolcemente, a piccoli passi; quando si alzava il vento, si sentivano respinti indietro, addirittura talvolta sbatacchiati qua e là. Erano ormai molto stanchi e ogni tanto dovevano fermarsi a riposare. Maria, Gesù, Giuseppe sembravano sempre vicini, ma loro non riuscivano a raggiungerli. E lo sconforto li prese.
Gaspare, che apriva il corteo, a un certo punto si voltò verso gli altri, confessando: “Quest’anno io rinuncio, non ce la faccio… andate voi da Gesù e portategli anche il mio dono. Io aspetterò qui”. Gli altri due Re quasi non lo lasciarono finire. “Non se ne parla nemmeno”, affermò secco Baldassarre. “Passerò davanti io, a indicarti la strada”, fece Melchiorre, deciso. E senza aspettare risposta alcuna, anche se ormai era scesa la notte, scattò in avanti, senza più considerare i consigli che Valerio e Osvaldo avevano dato loro sulle corrette modalità per muoversi in quell’ambiente, per loro sconosciuto.
Il mattino successivo, presto, Mauro e Mary, che su quelle sponde vivevano, si trovarono a passare di lì. Grande fu il loro smarrimento quando si accorsero che i Magi erano soltanto due. Com’era possibile?
Scrutarono a lungo quel tratto di lago finché videro, spiaggiato sul bagnasciuga, il povero Melchiorre, svenuto e inzuppato.
Che fare? Serviva aiuto. Osvaldo e Valerio erano già sul Manavello a dare luce a un’altra cometa che da anni veglia su Mandello. Adriana e Francesco, raggiunti da Mary su altri lidi, si diedero da fare per trovare in paese un buon samaritano. Il primo a raccogliere il loro invito fu Sandro, del gruppo “Amici di San Giorgio”, che già si trovava in zona. Con cura tirò a riva Melchiorre, lo rianimò e lo mise vicino a Maria, raccomandandogli: “Ti ho messo in un posto privilegiato. Stai qui, quieto, in attesa che Osvaldo e Valerio scendano dai monti a riportarti accanto a Baldassarre e a Gaspare”.
Maria aveva assistito a tutta la scena. Anzi, i giorni precedenti aveva visto che Osvaldo e Valerio avevano già dovuto correre in soccorso di qualcuno degli abitanti di Mandello, in particolare del dottor Stea e del colonnello Pini, che pure in momenti diversi erano entrambi scivolati lungo il cammino. E pensò di fare anche lei la propria parte. Sandro, infatti, mentre se ne andava riuscì a sentire la Madonna che diceva a Gesù: “So che, se vuoi, puoi farlo. Fa’ che il tempo nelle prossime settimane sia clemente e che nessuno di chi è venuto ad adorarti debba trovarsi in difficoltà. E che Osvaldo e Valerio non debbano ancora correre qui a trarre in salvo qualcuno”.
Tra le fronde dell’oleandro Sandro vide il bambino sorridere teneramente. E se ne andò sperando che tutto, in quel presepe, potesse procedere al meglio. Ma nella notte tra il 19 e il 20 dicembre cominciò a soffiare un forte vento. All’alba, Maria diede un’occhiata lungo la sponda. I tre Magi, pur fra le onde, continuavano il loro cammino. “Bene - pensò - Gesù ha accolto il mio invito”. Ma guardando meglio vide che èl Petülén era stato sbalzato dalla sua barca, con i remi che aveva tenuto ben saldi, fin sulla riva. Il colonnello Pini e il dottor Stea avevano riportato varie fratture. Le altre figure ancora resistevano, pur piegate o scosse dalle potenti folate.
Allora svegliò Gesù, rimproverandolo: “Hai pensato soltanto ai Re Magi, tu. Guarda come sono ridotti gli altri!”. Rispose sereno il Bambinello: “Mamma, qui non siamo ancora a Cana, siamo alla Cano-ttieri. Il miracolo non tocca a me farlo: ci penseranno Osvaldo e Valerio, ma dovranno forse entrare in gioco anche Francesco e Adriana, là dove i danni sono più pesanti. Certo i tempi sono un po’ stretti ma io ho fiducia, ce la faranno”.
Adriana Lafranconi
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