01 dicembre 2024

Colico onora Baruffaldi, partigiano e alpino. “Non si affrontino più le questioni con la forza delle armi”

Colico ha ricordato ieri l’ottantesimo anniversario dell’impiccagione di Adamo Baruffaldi. Oltre che della cittadinanza, la manifestazione ha visto la partecipazione di insegnanti e studenti dell’Istituto “Galileo Galilei” e dell’Istituto di istruzione superiore “Marco Polo”. Erano presenti il sindaco di Colico, Monica Gilardi, il presidente provinciale dell’Anpi di Lecco, Enrico Avagnina, il presidente della sezione “Lario orientale” Roberto Citterio e il comandante della locale stazione carabinieri, Fabrizio Carboni.

La manifestazione è iniziata con l’alzabandiera ed è proseguita con la deposizione di una corona di alloro alla targa collocata in piazza Garibaldi dall’amministrazione comunale in ricordo del sacrificio di Adamo Baruffaldi, partigiano e alpino. Ha fatto seguito la benedizione, impartita del parroco, don Lucio Fasoli.

Dopo l’intervento del sindaco è stato Angelo De Battista, del Gruppo scuola dell’Anpi lecchese, a ricordare la storia delle formazioni partigiane del Lario orientale e della Valsassina, alle quali si era unito - prima di trovare la morte per mano dei nazifascisti - anche Baruffaldi, medaglia d’argento al valor militare per attività partigiana.

De Battista ha ricordato che il suo sacrificio che non è stato vano, perché anche grazie alla Resistenza gli italiani hanno riavuto la libertà e la pace e l’Italia ha trovato il proprio posto tra le grandi democrazie. “Ma oggi - ha detto - libertà e pace, pilastri fondamentali dei sistemi democratici, sono sotto attacco e la guerra, che purtroppo non è mai stata assente nel mondo, è tornata anche in Europa e ai suoi confini. Durante il fascismo anche l’Italia è stato un Paese aggressore, coinvolto in guerre disastrose che hanno portato il Paese sul baratro e sono costate la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati”. “L’Italia democratica ha abbandonato questa strada - ha aggiunto - e ha scritto nella sua Costituzione, all’articolo 11, che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.

Per questi ideali è morto Adamo Baruffaldi e nel rendergli onore l’Anpi ribadisce il proprio impegno per la pace e torna a chiedere che si cambi strada, perché “i quasi 110 milioni di morti, in gran parte civili, che i due conflitti mondiali e le altre guerre del Novecento hanno provocato sono un tributo più che sufficiente alla logica sbagliata di affrontare le questioni politiche con la forza delle armi”.

“La Resistenza e la Costituzione - è il messaggio dell’Anpi scaturito dalla manifestazione colichese di ieri, accompagnata dalle note del corpo musicale di Villatico - ci parlano di una democrazia fondata sulla cittadinanza attiva, sul rispetto delle persone, sul diritto internazionale, sulla collaborazione tra i popoli. Andiamo dunque in Europa e nel mondo con la nostra Costituzione e proponiamola come fondamento di un’Europa aperta, solidale e in pace, capace di realizzare gli ideali della Resistenza. E’ così che possiamo onorare Adamo Baruffaldi e offrire al mondo la parte migliore della nostra storia civile”.

Nessun commento:

Posta un commento