Colico ha ricordato ieri l’ottantesimo anniversario dell’impiccagione di Adamo Baruffaldi. Oltre che della cittadinanza, la manifestazione ha visto la partecipazione di insegnanti e studenti dell’Istituto “Galileo Galilei” e dell’Istituto di istruzione superiore “Marco Polo”. Erano presenti il sindaco di Colico, Monica Gilardi, il presidente provinciale dell’Anpi di Lecco, Enrico Avagnina, il presidente della sezione “Lario orientale” Roberto Citterio e il comandante della locale stazione carabinieri, Fabrizio Carboni.
La manifestazione è iniziata con l’alzabandiera ed è proseguita con la deposizione di una corona di alloro alla targa collocata in piazza Garibaldi dall’amministrazione comunale in ricordo del sacrificio di Adamo Baruffaldi, partigiano e alpino. Ha fatto seguito la benedizione, impartita del parroco, don Lucio Fasoli.
Dopo l’intervento del sindaco è stato Angelo De Battista, del Gruppo scuola dell’Anpi lecchese, a ricordare la storia delle formazioni partigiane del Lario orientale e della Valsassina, alle quali si era unito - prima di trovare la morte per mano dei nazifascisti - anche Baruffaldi, medaglia d’argento al valor militare per attività partigiana.
De Battista ha ricordato che il suo sacrificio che non è stato vano, perché anche grazie alla Resistenza gli italiani hanno riavuto la libertà e la pace e l’Italia ha trovato il proprio posto tra le grandi democrazie. “Ma oggi - ha detto - libertà e pace, pilastri fondamentali dei sistemi democratici, sono sotto attacco e la guerra, che purtroppo non è mai stata assente nel mondo, è tornata anche in Europa e ai suoi confini. Durante il fascismo anche l’Italia è stato un Paese aggressore, coinvolto in guerre disastrose che hanno portato il Paese sul baratro e sono costate la vita a centinaia di migliaia di giovani soldati”. “L’Italia democratica ha abbandonato questa strada - ha aggiunto - e ha scritto nella sua Costituzione, all’articolo 11, che l’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali”.
Per questi ideali è morto Adamo Baruffaldi e nel rendergli onore l’Anpi ribadisce il proprio impegno per la pace e torna a chiedere che si cambi strada, perché “i quasi 110 milioni di morti, in gran parte civili, che i due conflitti mondiali e le altre guerre del Novecento hanno provocato sono un tributo più che sufficiente alla logica sbagliata di affrontare le questioni politiche con la forza delle armi”.
“La Resistenza e la Costituzione - è il messaggio dell’Anpi scaturito dalla manifestazione colichese di ieri, accompagnata dalle note del corpo musicale di Villatico - ci parlano di una democrazia fondata sulla cittadinanza attiva, sul rispetto delle persone, sul diritto internazionale, sulla collaborazione tra i popoli. Andiamo dunque in Europa e nel mondo con la nostra Costituzione e proponiamola come fondamento di un’Europa aperta, solidale e in pace, capace di realizzare gli ideali della Resistenza. E’ così che possiamo onorare Adamo Baruffaldi e offrire al mondo la parte migliore della nostra storia civile”.
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