(fotoservizio Alberto Locatelli)
(C.Bott.) Appuntamento nel segno delle ricorrenze, lo scorso fine settimana al “De André” di Mandello Lario, dove al centenario di fondazione del Cai Grigne si è aggiunto il sessantesimo anniversario della Secim, la scuola elementare di comportamento in montagna. Ospite della serata l’alpinista Mario Panzeri, terzo italiano ad aver salito senza utilizzo dell’ossigeno tutti i quattordici “ottomila” della Terra, che lo scorso 10 maggio ha tagliato a sua volta il traguardo del sessantesimo compleanno.
Una serata “tra passato e futuro”, con la storia del sodalizio alpinistico da una parte e dall’altra il domani rappresentato proprio dai giovani della Secim, punto di partenza per la conoscenza e la frequentazione della montagna.
E’ stato Luca Poletti, direttore dei corsi Secim da più di vent’anni, a ricordare il cammino della scuola. Più di 2.000 i ragazzi accompagnati in questi anni, con un particolare ringraziamento ai suoi predecessori: Piercarlo Redaelli e l’indimenticato Oreste Lafranconi, che fu anche presidente del Cai.
Quindi la proiezione del filmato con le “avventure” dei giovanissimi protagonisti della Secim 1 e della Secim 2 edizione 2024, con le uscite per i più piccoli a Caleggio, al Monte Cornizzolo, all’Alpe di Era, al rifugio Scoggione e in Gardata e per i più grandi l’orienteering in quel di Artesso e le uscite allo Zucco Sileggio, l’arrampicata al Monte Cornagera e il pernottamento al rifugio Brioschi per la traversata delle Grigne.
Tre invece i filmati proposti da Mario Panzeri, tra i quali quello relativo alla posa di una panca in legno di castagno del peso di 920 chilogrammi in cima al Sasso Cavallo, montagna particolarmente cara a sua moglie Paola, scomparsa poco più di un anno fa. Quella panca, su cui è stata scolpita una stella alpina, porta incisa la frase di Paola “...è bella la vita”.
Luca Poletti, direttore dei corsi della Secim.
Gli altri due video presentati da Panzeri riguardavano i suoi “ottomila”: il primo per celebrare l’anno della salita al Nanga Parbat e al Broad Peak, il secondo relativo alla conquista del Dhaulagiri, che l’ha consacrato alla storia dell’alpinismo.
Non sono mancate le domande dei ragazzi della Secim e le risposte, schiette e sincere come schietto e sincero è lui, di Mario Panzeri. Poi qualche aneddoto delle sue avventure, il racconto dei momenti difficili e della sua voglia di continuare per raggiungere l’obiettivo. A ispirarlo, in più di un’occasione, Jerzy Kukuczka, grande alpinista polacco morto sul Lhotse nel 1989.
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