Scoperto il nuovo cartello stradale che prossimamente sarà collocato nel piazzale antistante la sede della Casa dell’Aquila
(C.Bott.) Tutto parlava di Carlo Guzzi, oggi in piazza Leonardo da Vinci a Mandello Lario. Dalle motociclette d’epoca e dai motocarri in bella mostra accanto e tutto intorno al monumento, opera dello scultore Ettore Gambioli, dedicato al co-fondatore della Casa dell’Aquila fino alle pubblicazioni e alle guide realizzate dall’Archivio comunale della memoria locale, che al “mondo Guzzi” ha dedicato negli anni libri, mappe, targhe, totem illustrativi e itinerari e che per l’occasione aveva anche dato alle stampe una cartolina celebrativa nel sessantesimo anniversario della morte di uno tra i personaggi che hanno dato fama e prestigio alla terra lariana.
“Genialità e concretezza sono le doti che gli hanno permesso di realizzare motociclette belle, originali, funzionali, robuste e adatte alle esigenze del mercato”, è scritto sulla cartolina, sotto l’immagine di Carlo Guzzi. E della sua genialità e concretezza hanno parlato in molti, a partire da Roberto Manieri, giornalista esperto di motori e attento cultore di tutto ciò che si lega alla Moto Guzzi e al suo ultracentenario cammino. Un cammino lungo appunto più di un secolo, le cui tappe principali sono state scandite proprio da Carlo Guzzi, dalla grandezza di un uomo e da un’idea. Geniale come lui e vincente. “Ci ha lasciato un giorno di novembre di sessant’anni fa - ha detto - ma di fatto il suo viaggio non è mai terminato e allora oggi siamo qui non per commemorarlo ma per celebrarlo”.
Accanto a lui Sergio Greppi, presidente del Moto club che di Carlo Guzzi porta il nome, che non ha mancato di definire il co-fondatore dell’Aquila “un simbolo nella storia del motociclismo”.
Erano in tanti, si è detto, in piazza Leonardo da Vinci, giunti sul Lario anche da Genova e da Norimberga. C’erano Angelo Balzarotti (suo padre Ferdinando fu pilota negli anni Quaranta e collaudatore Guzzi), Alis Agostini, figlia del mai dimenticato Duilio, primo presidente del Moto club “Carlo Guzzi” (“era persona carismatica - ha sottolineato - e con lui accanto la mia strada era tracciata”), e Massimo Zavaglia, produttore del docufilm Il coraggio di andare oltre che celebra la Guzzi, i suoi fondatori - con Carlo Guzzi anche Giorgio Parodi e Giovanni Ravelli - e la passione per le “due ruote”.
C’era il figlio del meccanico del reparto corse Luigi Agostini, Giuliano. E da Genova aveva fatto pervenire il suo messaggio Federico Parodi, figlio di Enrico Parodi, ultimo presidente della Guzzi. “Il “Carletto”, che ricordo con grande affetto, è stato una figura importante non soltanto nella storia della Moto Guzzi e quindi dell’industria italiana ma nella mia formazione, che è avvenuta in gran parte a Mandello - ha scritto Parodi - Carlo Guzzi era uno di famiglia, legato a mio papà “Richetto” da grande amicizia. Più volte siamo stati in vacanza insieme e andavamo con lui anche a far funghi. Una volta mi raccomandò di studiare ma soprattutto di seguire i miei sogni”.
E ancora: “E’ grazie soprattutto a mio padre se Carlo Guzzi ha potuto veder realizzato il suo progetto, se ha lavorato in un clima di grande serenità, dove era prioritario il benessere dei dipendenti e dei collaboratori, con un punto di incontro tra capitale e lavoro che rappresenta ad oggi lo stato dell’arte dell’imprenditoria italiana”.
In piazza c’era anche Giancarlo Lozza, 94 anni compiuti in aprile, maestro del lavoro e per 52 anni alle dipendenze della Moto Guzzi. Con sé Lozza aveva la lettera con cui il direttore generale amministrativo della Casa motociclistica mandellese, ragionier Gerardo Bonelli, gli comunicava - in data 27 maggio 1947 - la sua assunzione in qualità di impiegato d’ordine presso l’ufficio disegnatori, indicando anche quella che sarebbe stata la sua retribuzione mensile: 5.390 lire, oltre l’indennità di contingenza stabilita in 7.750 lire.
E poi c’era chi aveva il listino prezzi di alcuni modelli Guzzi datato 1° giugno 1951. 145.000 lire era il prezzo della motoleggera “65”, 263.000 del “Galletto”, 482.000 del “Falcone”, 780.000 del motocarro Ercole e 413.000 dell’Airone Sport.
Quindi l’ultimo atto della giornata celebrativa: appena prima di mezzogiorno il sindaco, Riccardo Fasoli, Sergio Greppi e Simonetta Carizzoni, presidente dell’Archivio della memoria, hanno scoperto il nuovo cartello stradale con l’indicazione “Largo Carlo Guzzi” che prossimamente verrà collocato nel piazzale antistante la sede della fabbrica.
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