10 novembre 2024

L’ideale inchino di Mandello Lario a Carlo Guzzi. “Genialità e concretezza erano le sue doti”

Scoperto il nuovo cartello stradale che prossimamente sarà collocato nel piazzale antistante la sede della Casa dell’Aquila

(C.Bott.) Tutto parlava di Carlo Guzzi, oggi in piazza Leonardo da Vinci a Mandello Lario. Dalle motociclette d’epoca e dai motocarri in bella mostra accanto e tutto intorno al monumento, opera dello scultore Ettore Gambioli, dedicato al co-fondatore della Casa dell’Aquila fino alle pubblicazioni e alle guide realizzate dall’Archivio comunale della memoria locale, che al “mondo Guzzi” ha dedicato negli anni libri, mappe, targhe, totem illustrativi e itinerari e che per l’occasione aveva anche dato alle stampe una cartolina celebrativa nel sessantesimo anniversario della morte di uno tra i personaggi che hanno dato fama e prestigio alla terra lariana.

“Genialità e concretezza sono le doti che gli hanno permesso di realizzare motociclette belle, originali, funzionali, robuste e adatte alle esigenze del mercato”, è scritto sulla cartolina, sotto l’immagine di Carlo Guzzi. E della sua genialità e concretezza hanno parlato in molti, a partire da Roberto Manieri, giornalista esperto di motori e attento cultore di tutto ciò che si lega alla Moto Guzzi e al suo ultracentenario cammino. Un cammino lungo appunto più di un secolo, le cui tappe principali sono state scandite proprio da Carlo Guzzi, dalla grandezza di un uomo e da un’idea. Geniale come lui e vincente. “Ci ha lasciato un giorno di novembre di sessant’anni fa - ha detto - ma di fatto il suo viaggio non è mai terminato e allora oggi siamo qui non per commemorarlo ma per celebrarlo”.

Accanto a lui Sergio Greppi, presidente del Moto club che di Carlo Guzzi porta il nome, che non ha mancato di definire il co-fondatore dell’Aquila “un simbolo nella storia del motociclismo”.

Erano in tanti, si è detto, in piazza Leonardo da Vinci, giunti sul Lario anche da Genova e da Norimberga. C’erano Angelo Balzarotti (suo padre Ferdinando fu pilota negli anni Quaranta e collaudatore Guzzi), Alis Agostini, figlia del mai dimenticato Duilio, primo presidente del Moto club “Carlo Guzzi” (“era persona carismatica - ha sottolineato - e con lui accanto la mia strada era tracciata”), e Massimo Zavaglia, produttore del docufilm Il coraggio di andare oltre che celebra la Guzzi, i suoi fondatori - con Carlo Guzzi anche Giorgio Parodi e Giovanni Ravelli - e la passione per le “due ruote”.

C’era il figlio del meccanico del reparto corse Luigi Agostini, Giuliano. E da Genova aveva fatto pervenire il suo messaggio Federico Parodi, figlio di Enrico Parodi, ultimo presidente della Guzzi. “Il “Carletto”, che ricordo con grande affetto, è stato una figura importante non soltanto nella storia della Moto Guzzi e quindi dell’industria italiana ma nella mia formazione, che è avvenuta in gran parte a Mandello - ha scritto Parodi - Carlo Guzzi era uno di famiglia, legato a mio papà “Richetto” da grande amicizia. Più volte siamo stati in vacanza insieme e andavamo con lui anche a far funghi. Una volta mi raccomandò di studiare ma soprattutto di seguire i miei sogni”.

E ancora: “E’ grazie soprattutto a mio padre se Carlo Guzzi ha potuto veder realizzato il suo progetto, se ha lavorato in un clima di grande serenità, dove era prioritario il benessere dei dipendenti e dei collaboratori, con un punto di incontro tra capitale e lavoro che rappresenta ad oggi lo stato dell’arte dell’imprenditoria italiana”.

In piazza c’era anche Giancarlo Lozza, 94 anni compiuti in aprile, maestro del lavoro e per 52 anni alle dipendenze della Moto Guzzi. Con sé Lozza aveva la lettera con cui il direttore generale amministrativo della Casa motociclistica mandellese, ragionier Gerardo Bonelli, gli comunicava - in data 27 maggio 1947 - la sua assunzione in qualità di impiegato d’ordine presso l’ufficio disegnatori, indicando anche quella che sarebbe stata la sua retribuzione mensile: 5.390 lire, oltre l’indennità di contingenza stabilita in 7.750 lire.

E poi c’era chi aveva il listino prezzi di alcuni modelli Guzzi datato 1° giugno 1951. 145.000 lire era il prezzo della motoleggera “65”, 263.000 del “Galletto”, 482.000 del “Falcone”, 780.000 del motocarro Ercole e 413.000 dell’Airone Sport.

Quindi l’ultimo atto della giornata celebrativa: appena prima di mezzogiorno il sindaco, Riccardo Fasoli, Sergio Greppi e Simonetta Carizzoni, presidente dell’Archivio della memoria, hanno scoperto il nuovo cartello stradale con l’indicazione “Largo Carlo Guzzi” che prossimamente verrà collocato nel piazzale antistante la sede della fabbrica.


































Nessun commento:

Posta un commento