L'ex parroco di Abbadia Lariana era grande amico del sacerdote suo conterraneo. “Era per me un riferimento sicuro e da lui ho appreso molto, ad esempio a fidarsi sempre di Dio e a confidare nella sua bontà e misericordia”
Don Vittorio Bianchi, a sinistra, con don Ambrogio Balatti. |
(C.Bott.) A lui era legato da profonda quanto sincera amicizia, non soltanto per il loro essere conterranei ma anche per essere stati consacrati sacerdoti lo stesso giorno, lo stesso mese e lo stesso anno: il 28 giugno 1964, dunque esattamente 60 anni fa, la medesima data in cui a ricevere l’ordinazione fu Dante Lafranconi, a sua volta origini mandellesi, attuale vescovo emerito di Cremona.
Ora don Vittorio Bianchi, che dal 2019 esercita il suo ministero a Visgnola di Bellagio, piange l’amico don Ambrogio Balatti, del quale lunedì mattina alle 10.30 al “Sacro Cuore” verranno celebrati i funerali. “Era per me un riferimento sicuro - dice - e da lui ho appreso molto, ad esempio a fidarsi sempre di Dio, del quale sapeva concretizzare la rivelazione, e a confidare nella sua bontà e misericordia”.
Si vedevano spesso, don Ambrogio e don Vittorio, anche nei mesi difficili della malattia dell’ex arciprete di Chiavenna. Andava nella sua casa di Luzzeno, l’ex parroco di Abbadia Lariana, e i due si scambiavano confidenze e condividevano ricordi e speranze. “C’era tra noi un’amicizia vera e rispettosa - afferma don Vittorio - e in più di un’occasione ci siamo ritrovati, specie nelle ultime settimane di vita di don Ambrogio, a piangere abbracciati l’uno all’altro, proprio come due autentici e inseparabili amici”.
“Come la maggior parte degli esseri umani anche lui aveva paura della morte - aggiunge - addirittura il terrore, ma poi la sua profondità d’animo finiva col prevalere e in tante occasioni ci siamo scambiati sorrisi e sguardi di sincera complicità”.
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