04 ottobre 2024

Rachele Isacco e la sua mostra a Mandello Lario: “Dipingere per me è andare oltre l’occhio umano”

Domenica 29 settembre le sue opere sono rimaste esposte al bar “San Lorenzo” di via Manzoni a Mandello Lario. Ora Rachele Isacco “racconta” la mostra ed esprime la sua gratitudine a quanti l’hanno visitata con lo scritto che di seguito pubblichiamo:

So che un semplice grazie non è abbastanza, è limitativo. In quattro ore i visitatori sono stati più di 140. Mi sono svegliata la mattina, ho visto il sole e ho pensato: “Oggi sarà una bella giornata”. E così è stato. Sono andata a correre ai giardini per rilassarmi, non nego che ero emozionatissima.

Un grazie speciale a Despina Zguri, proprietaria del Bar “San Lorenzo”, che mi ha permesso di allestire la mia prima “personale”, all’assessore Silvia Nessi che ha introdotto l’inaugurazione con un intervento toccante e a Carolina Spagnolo, che ha aperto la mostra toccando i temi fondamentali delle opere esposte.

Grazie allo staff della Gelateria Costantin, perché mi appoggia costantemente in questa mia passione. Grazie alla mia famiglia, agli amici e ai concittadini di Monte Marenzo che mi sono sempre vicini. L’ultimo grazie, ma non meno significativo, spetta alla popolazione di Mandello Lario: sono arrivata sulle sponde di questo lago che ero ventenne, non conoscevo nessuno, agli inizi della carriera universitaria e lavorativa. Sono passati quasi sette anni e vi ringrazio ogni singolo giorno per la vostra accoglienza.

Le due opere tra le venti esposte che hanno toccato maggiormente l’attenzione dei visitatori sono “Minuetto” e “La descrizione di un attimo”. La prima opera raffigura una ragazza di profilo. L’idea è nata una sera, dopo aver bevuto una tazza di caffè. Ascoltavo Minuetto di Mia Martini, per l’appunto, e ho pensato di provare a raffigurare una donna sola, che aspetta (forse in eterno), e di dipingerla con il caffè. Dipingere non è soltanto raffigurare, ma è buttar fuori quello che ho in mente, scavare nella psiche, andare oltre l’occhio umano.

“La descrizione di un attimo”, invece, coglie la bellezza di un attimo, per l’appunto. Gli acquerelli e le macchie hanno voluto riprodurre quell’attimo, quell’epifania proustiana che mi ha donato un attimo di magìa.

Rachele Isacco


 

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