12 ottobre 2024

Monsignor Fasani a Mandello Lario: “Signore, abbi compassione di questa famiglia umana così fragile”

Il prefetto della Biblioteca capitolare di Verona ospite del Gruppo alpini per presentare il suo nuovo libro. E don Vittorio Bianchi dona alle penne nere un medaglione raffigurante Teresio Olivelli, ribelle per amore

(C.Bott.) Dapprima l’omaggio, nel cimitero del paese, alla tomba di Massimo Scotti, suo compagno di naja alla Scuola militare alpina di Aosta, scomparso a inizio anno. Poi, nella sede dell’Ana in piazza Stazione, il primo incontro di monsignor Bruno Fasani con i “suoi” alpini e con don Vittorio Bianchi e la benedizione della targa che verrà collocata alla chiesetta di Prada dedicata ai partigiani caduti della 89.ma Brigata Poletti. Quindi, in serata, al teatro “De André” la presentazione del suo nuovo libro Quel prete è da fucilare.

La giornata mandellese del prefetto della Biblioteca capitolare di Verona rimarrà bene impressa negli occhi e nei cuori delle penne nere sia per il loro forte legame con don Bruno, che è stato tra l’altro direttore responsabile dell’Alpino, sia per la profondità dei contenuti condivisi con lui e appunto con don Vittorio, cappellano del gruppo Ana, tra il tardo pomeriggio e la serata di ieri.

Un evento carico di significati, a partire dall’opportunità offerta dagli alpini alla cittadinanza di conoscere la trama e cogliere i messaggi del libro di monsignor Fasani direttamente dalle parole dell’autore e di “esplorare” il coraggio e la fede in tempi difficili. Un racconto appassionato e intenso in cui i valori umani e cristiani finiscono col prevalere sulle persecuzioni, sull’odio, sui desideri di vendetta e sui rancori che una guerra (in questo caso una guerra mondiale) porta inevitabilmente con sé.

E’ anche una forma di schiavitù, ogni conflitto bellico. E don Bruno l’ha ricordato nel benedire la targa che verrà collocata lassù, ai 1.650 metri della Bocchetta di Prada, sopra l’Alpe di Calivazzo, “a perenne memoria di quanti hanno combattuto e sofferto per la libertà”. Non si è però limitato ad accennarne. Ha anche implorato il Signore di “liberare il mondo proprio dalle schiavitù in cui viviamo” e di “avere compassione di questa famiglia umana così fragile”. “Mandaci qualche segno - ha aggiunto monsignor Fasani - della tua vicinanza e del tuo amore per noi”.

Sono passati 60 anni (era il 23 agosto 1964) dall’inaugurazione della chiesetta di Prada, progettata da Gildo Molteni. E ne sono trascorsi altrettanti dall’ordinazione sacerdotale di don Vittorio Bianchi, che ha voluto lasciare un segno tangibile di quella sua ricorrenza facendo dono al Gruppo alpini di Mandello di un medaglione in gesso opera dello scultore Walter Mutton di Bregnano raffigurante il volto di Teresio Olivelli, partigiano nativo di Bellagio insignito della medaglia d’oro al valor militare alla memoria e venerato dalla Chiesa come beato.

La benedizione impartita sempre da monsignor Fasani, poi a ogni penna nera il dono di una medaglia proprio con l’effigie di Teresio Olivelli, ribelle per amore.


















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