09 ottobre 2024

Mandello Lario. “Casa Comune”: “Area ex campeggio, l’ordinanza di demolizione è effettiva già ora”

Dal gruppo politico e consiliare di “Casa Comune per Mandello democratica” riceviamo e pubblichiamo:

Sala civica gremita, lunedì scorso a Mandello Lario, con tante domande dei cittadini presenti. Cittadini molto preoccupati delle conseguenze, a carico della comunità, della grave vicenda riguardante l’area dell’ex campeggio.

La sentenza del Tar conferma (e aggrava) la mancanza della necessaria autorizzazione paesaggistica provinciale, mai richiesta; la violazione dei confini demaniali, con elementi progettati ed edificati fuori dal confine di proprietà privata; la decadenza del permesso di costruire deliberato dal consiglio comunale e anche del parere favorevole della Sovrintendenza (quindi, azzerati tutti i permessi rilasciati dal Comune, il progetto è nullo); l’abusività, sotto il profilo paesaggistico ed edilizio, con conseguente e necessaria demolizione dell’edificio sia a lago sia a monte.

Cosa può succedere ora, dopo la sentenza del Tar? Il Comune dovrebbe notificare alla società costruttrice l’annullamento della delibera di consiglio relativa ai permessi edilizi, nel momento in cui la sentenza del Tar passa in giudicato (31 ottobre), ma vista la persistente riluttanza del sindaco ad ammettere di aver sbagliato probabilmente questo atto dovuto si farà attendere; in ogni caso l’ordinanza provinciale di demolizione è effettiva già da ora perché emessa ormai da più di 90 giorni e confermata dal Tar; la società costruttrice (Borgo Lariano) deve quindi demolire l’edificio intero (a lago e a monte) operando la messa in ripristino dello stato dei luoghi, quindi riportare per quanto possibile l’area nelle condizioni originarie; le motivazioni della sentenza del Tar potrebbero sostenere la richiesta di risarcimento danni della Borgo Lariano verso il Comune che ha rilasciato i permessi e in tal caso si potrebbe aprire una nuova azione legale, quindi altre spese rilevanti per il Comune. Non vorremmo, peraltro, trovarci nei panni dei consiglieri di maggioranza che avevano deliberato a favore del permesso di costruire… 

Edificio incompiuto a Molina

Abbiamo fatto il punto anche sull’edificio incompiuto di Molina, considerato che il sindaco lo cita, ovunque e a sproposito, confrontandolo con quello a lago dell’area ex campeggio per dire che anche noi abbiamo i nostri scheletri nell’armadio. Nulla di più falso, ma non è una novità purtroppo.

A Molina quell’edificio è sorto per esclusiva responsabilità del privato che lo ha costruito. L’Ufficio edilizia privata del Comune aveva verificato infatti la difformità tra quello che il privato aveva scritto nella sua dichiarazione di inizio attività (DIA) e quello che poi aveva concretamente fatto. Da ciò erano scaturite due cause davanti al giudice tra il 2012 e il 2015 (Tar e poi Consiglio di Stato), entrambe vinte dal Comune e nelle quali il giudice aveva evidenziato, oltre alle ragioni tecniche prodotte dallo stesso, il sacrosanto diritto del Comune di tutelare l’interesse pubblico, come del resto la Giunta Mariani aveva inteso fare. E l’interesse pubblico da difendere e riconosciuto dal giudice era proprio il paesaggio urbano di quell’area.

Avevamo anche ordinato la demolizione dell’edificio. Nella primavera 2015 subentra la Giunta Fasoli. Sono trascorsi 9 anni e la vera questione è: perché il sindaco non ha fatto abbattere l’edificio di Molina dopo tutti questi anni, potendo anche avere aiuti cospicui dallo Stato per l’abbattimento? La morale alla fine è questa: a Molina la Giunta Mariani ha fatto valere l’interesse pubblico e ha vinto la causa. Sull’area ex campeggio la Giunta Fasoli ha fatto valere l’interesse privato e ha perso la causa. Una differenza abissale.

Il gruppo politico e consiliare di “Casa Comune”




 

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