(C.Bott.) “Sono andato in montagna per il forte desiderio di ritrovare una connessione con me stesso e riprendere possesso del mio tempo, dei giorni che scorrono, della mia esistenza. In montagna il tempo è scandito dalla fatica per sostentarsi, fatica che però appaga perché segue un ritmo naturale”.
Così Firmino De Marcellis, chiamato lo scorsa settimana nella sede del gruppo Ana di Mandello Lario a parlare del suo libro Selvatico in Val Gerola, pubblicato all’inizio degli anni Novanta e rivisitato e ristampato proprio quest’anno da “Milia edizioni”, ha spiegato ai numerosi intervenuti il perché di quella sua scelta. Coraggiosa e sicuramente non facile.
Introdotto dall’assessore alla Cultura, Doriana Pachera (l’incontro era incluso nel “fuori Festival della letteratura” organizzato dal Comune di Mandello), e sollecitato dal direttore editoriale Emanuele Bosso, De Marcellis - 90 anni compiuti lo scorso 20 settembre - parlando di quella sua decisione di tornare in Val Gerola per andare a vivere nella sua baita di pietra ha regalato suggestioni e dispensato emozioni.
“La solitudine ha un altro sapore, non deve far paura - ha detto - Non c’è bisogno di un televisore o di un cellulare, per riempire i silenzi bastano lo scoppiettio e il calore di un camino, i cieli stellati, gli animali e la natura con i suoi rumori e le sue presenze che la quotidianità della vita urbanizzata ci impedisce di percepire”.
Così l’incontro con l’altro, quando avviene, riacquista il piacere perduto della condivisione, dell’ascolto. “Oggi non abbiamo mai tempo - ha aggiunto l’ex allenatore ed ex manager di pugilato - presi come siamo da mille impegni. Ci siamo allontanati e ci sentiamo più soli in mezzo alla gente piuttosto che in una baita sperduta”.
Al termine della serata spazio al firmacopie, con dediche personalizzate da parte di De Marcellis, e a un brindisi beneaugurale.
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