(C.Bott.) La notizia era stata comunicata dallo stesso sacerdote ai suoi parrocchiani già lo scorso mese di giugno. Ora è stata ufficializzata la nomina di don Giovanni Villa a cappellano dell’ospedale Sant’Anna di Como, come noto situato in territorio del comune di San Fermo della Battaglia. Dal 2021 don Giovanni era alla guida della comunità pastorale dei Sei campanili, che comprende le parrocchie di Mazzo di Valtellina, Vervio, Rogorbello, Tovo Sant’Agata, Lovero e Sernio, dopo aver svolto il suo ministero - a partire dal 2010 - a Bianzone, in provincia di Sondrio.
Il suo nome e il suo volto si legano anche ad Abbadia Lariana, dove il sacerdote - classe 1957, ordinato nel 1983 - era stato parroco dal 1995 appunto fino al 2010, quando gli era subentrato don Vittorio Bianchi. Inizialmente vicario a Lomazzo, don Giovanni era stato poi a San Nicolò Valfurva, quindi parroco di Lovero dal ’90 al ’95.
Contestualmente alla nomina dell’ex parroco di Abbadia a cappellano del “Sant’Anna”, il vescovo di Como cardinale Oscar Cantoni ha chiamato ad assumere la guida della comunità pastorale dei Sei campanili monsignor Andrea Salandi di Grosio, classe 1951, affidandogli l’incarico di amministratore delle parrocchie che la costituiscono.
In un messaggio rivolto ai suoi parrocchiani don Giovanni Villa ha espresso profonda gratitudine verso tutti coloro che hanno collaborato con lui nel percorso spirituale e organizzativo della comunità. Il testo esplora la vita come un percorso fatto da varie tappe, sottolineando l’importanza di trovare motivazioni per continuare a crescere e migliorarsi. Don Giovanni evidenzia altresì come l’esistenza sia caratterizzata da una serie di sfide, confronti e aggiornamenti attraverso i quali ogni individuo può comprendere meglio se stesso e il proprio ruolo.
Uno dei temi centrali è il concetto di “missione” personale, vista come un cammino che non è sempre chiaro e definito ma che suscita interrogativi e richiede un costante adattamento. Don Giovanni riflette anche sulla necessità di collaborare con altre persone, imparando a ringraziare per l’aiuto ricevuto senza sentimenti di superiorità o nostalgia per il passato.
Nel testo vene poi sottolineata l’importanza di riconoscere e valorizzare il contributo degli altri senza giudicarli, accettando i cambiamenti come un’opportunità di crescita piuttosto che un motivo di contrasto o divisione. Il messaggio si conclude con un augurio di perseveranza e successo nel proprio percorso di vita e di fede.
Nessun commento:
Posta un commento