E’ un lutto anche per Valmadrera la scomparsa di monsignor Silvano Motta, parroco dal 1980 al 1995 prima di trasferirsi a Seregno. Molteplici sono le attività che don Silvano ha promosso a Valmadrera: dal restauro delle cappelle della via Crucis e della chiesa dedicata alla Madonna di San Martino, della quale era devotissimo e alla quale faceva visita ogni volta che tornava a Valmadrera, all’organizzazione di un gruppo storico di volontari per i lavori della parrocchia e alla promozione e all’aumento dei corsi presso il Cfp “Aldo Moro”, che con lui ottenne l’autonomia dal Centro di Albate, fino alla costruzione della nuova chiesa dello Spirito Santo.
Il sindaco, Cesare Colombo, ne ha un ricordo molto caro. “E’ il parroco che ho conosciuto al mio arrivo nella comunità di Valmadrera nell’85 - dice - un sacerdote sempre attento alle persone, alle realtà religiose, culturali e sportive della comunità valmadrerese, capace di unire e attento alla formazione dei giovani al socio-politico, secondo la linea del cardinale Carlo Maria Martini”.
Dal canto suo l’assessore Antonio Rusconi così lo ricorda: “Sono diventato un giovane sindaco con lui parroco nel 1995. E’ stato importante per la mia formazione, lavorando a fianco negli anni in cui operavo al Cfp “Aldo Moro”. Un grazie particolare va a Annamaria, la persona di Valmadrera che lo ha seguito anche negli anni da lui trascorsi Seregno. Mi commuoveva trovarlo periodicamente al cimitero di Valmadrera, dove veniva a visitare e a pregare per le persone che più avevano collaborato con la parrocchia. Il mio personale cordoglio ai fratelli di don Silvano e ai nipoti, tra i quali monsignor Gualtiero Isacchi, arcivescovo di Monreale, che con lui era stato presente alla festa patronale di Sant’Antonio lo scorso anno, a Stefano Motta, attuale sindaco di Calco”.
“Sicuramente don Silvano Motta è stata una presenza autorevole e importante non soltanto nella comunità religiosa ma anche in quella civile - aggiunge - ricordando più volte a tutti il dovere di un impegno sociale e politico nella comunità”.
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