Dal mandellese Maurizio Leonelli riceviamo e pubblichiamo:
La sentenza del Tar della Lombardia a proposito dell’intervento edilizio sull’area dell’ex campeggio di Mandello Lario oltre a risolvere un contenzioso tra enti pubblici e privati dà anche lo spunto per alcune considerazioni.
Come noto l’attuale legge elettorale consente a chiunque di poter essere liberamente eletti sindaco o presidente di Regione con l’appellativo di “governatore”. Purtroppo, però, può anche succedere che degnissime persone, ma del tutto prive di esperienza e conoscenza del complicato funzionamento della macchina amministrativa, assurgano a tali cariche.
Al fine di evitare che la politica e le idee coltivate al “bar sport”, o eventuali altri problemi di varia natura, producano danni, il legislatore ha parallelamente affidato alle strutture tecniche dei Comuni la gestione e la responsabilità sugli atti amministrativi. Ricordo inoltre che è prerogativa dei sindaci la nomina degli assessori o la conferma, con relativa attribuzione di indennità di risultato, dei responsabili di struttura, così come l’affidamento di incarichi e consulenze al personale, sia interno sia esterno al palazzo. Anche il segretario comunale, garante del rispetto delle procedure, è scelto e incaricato dal sindaco.
In nome della governabilità, al sindaco sono affidati di fatto quasi i “pieni poteri”; condannando così, nel caso se ne approfitti, all’irrilevanza assessori e consiglieri. E’ altrettanto vero che il suo mandato è e rimane quello di amministratore temporaneo del Comune.
Ciò premesso, con riferimento al piano di rigenerazione urbana “ex campeggio”, anche in considerazione della gravità di quanto avvenuto, viene spontaneo chiedersi per quale motivo nessuno ha messo in discussione l’insana scelta di rigenerare un’area a lago, occupandola con un edificio di cinque piani. Non contenti, si è pensato poi di occupare una scarpata sul lago con una struttura a due piani di elevato impatto ambientale, sempre sostanzialmente destinata a un uso privato.
Possibile che il responsabile dell’ufficio tecnico non abbia ravvisato incompatibilità ed evidenziato almeno dubbi e perplessità sul progetto? Esiste una sua relazione/parere tecnico ? E’ poi credibile che nessuno si sia accorto che, a fronte di una successiva ed evidente cessione al privato di metà della spiaggia, i benefìci per il pubblico fossero sostanzialmente poca cosa?
Ancora: è tollerabile che almeno la struttura tecnica non si sia accorta che già sulla carta, e palesemente, venivano occupate aree demaniali? Ed è accettabile che, in considerazione della delicatezza dell’intervento urbanistico, a nessuno sia venuto in mente di coinvolgere la Provincia e l’autorità demaniale, notoriamente competenti in materia? Per quale motivo non si sono verificati i confini demaniali, fidandosi ciecamente e ingenuamente di quanto asserito dalla proprietà?
Infine un legittimo dubbio: ma non è che le altre rilevanti questioni urbanistiche siano state o saranno gestite con lo stesso criterio e superficialità?
Amministrare un comune non è semplice. Tra le altre incombenze è sicuramente buona cosa ascoltare e valutare con attenzione le richieste e le osservazioni fatte, a volte con qualche ragione oggettiva, sia dalle opposizioni sia da privati cittadini. Arroccarsi e intestardirsi sulle proprie posizioni e convinzioni (o di partito) è legittimo, ma sicuramente contrario a una sana dialettica democratica e in ogni caso, se non nell’immediato, controproducente. I risultati sono poi sotto gli occhi di tutti, ammesso che si abbia la volontà/capacità e la necessaria obiettività per vederli, naturalmente!
Occorre avere la consapevolezza che si stanno amministrando denari pubblici e che il fine dell’azione di governo è sempre e inequivocabilmente l’interesse della comunità.
Maurizio Leonelli (Mandello Lario)
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