(C.Bott.) Altra linfa, altri passi avanti. Verso il sogno. Anzi, verso un sogno chiamato rifugio “Mandell bass”. Un altro capitolo della bella storia che sta prendendo sempre più forma in Nepal è stato scritto al rifugio “Ottorino Donati”, in Val d’Arigna, dove l’ultima domenica di luglio è stato ufficializzato l’ideale gemellaggio proprio con la struttura che sta sorgendo a Sertung.
“Una stupenda giornata - racconta Oscar Ongania, il mandellese che di quel gemellaggio (e di quel sogno) è l’“interprete” principale - con uno splendido sole, un impareggiabile panorama, bellissima gente e un clima di grande cordialità”.
Lassù al “Donati” erano in più di 100, due giorni fa. Qualcuno il rifugio l’aveva raggiunto a bordo dell’elicottero dell’alpinista valtellinese Maurizio Folini, tutti gli altri a piedi, con la prospettiva di qualche ora di cammino. Lassù al “Donati” sono stati raccolti altri 1.700 euro e adesso la somma da destinare alla costruzione del rifugio “Mandell bass” supera i 40.000 euro.
Lassù al “Donati” don Renato Corona, sacerdote che esercita il suo ministero in Val Malenco, ha celebrato la messa e benedetto le preghiere tibetane che uno sherpa aveva consegnato a Ongania dopo averle ricevute da un monaco buddista, issate su un palo e collocate lì accanto all’altare. Già, perché un simile progetto, come ogni progetto ispirato dalla solidarietà e in definitiva dall’amore, non deve guardare alle distinzioni tra le varie confessioni religiose.
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