25 giugno 2024

Mandello. Il comandante della Polizia locale: “Fare multe sarebbe più comodo, chiediamo più rispetto”

Il commissario Mario Modica: “Io sostengo che bisogna ringraziare i colleghi che con abnegazione e impegno mettono a rischio la propria incolumità per tutelare i cittadini onesti, da cui ci si aspetta fiducia e rispetto e non accuse”

Nei giorni scorsi un cittadino aveva scritto al comandante della Polizia locale di Mandello Lario lamentando di aver potuto pagare “con difficoltà” la sosta della sua auto per la presenza di uno scooter lasciato davanti a un parcometro situato in zona lago. “Ho segnalato il fatto a una vostra pattuglia presente sul posto a pochi metri di distanza - aggiungeva il firmatario della missiva - che dopo alcuni minuti con calma se n’è andata senza far nulla”. Di seguito, la risposta che il commissario Mario Modica ha inviato allo stesso firmatario della lettera.

Premessa: sarai sempre il cattivo in una storia raccontata male. Quindi veniamo ai fatti e le racconto una storia. Quel giorno, come in molti altri nei mesi precedenti, sono avvenuti fatti che richiedevano l’intervento di forze di polizia. Mentre lei segnalava ai colleghi la presenza della moto in sosta vietata, era giunta loro una richiesta d’intervento presso il Lido comunale per un gruppo di circa 30 ragazzi che avevano minacciato una bagnante.

Il 112 - Polizia di Stato - aveva girato l’intervento alla Polizia locale: due agenti. Questi mi hanno contattato e io ho dato disposizione di non intervenire e di attendere che io li raggiungessi (abito a Mandello ed ero fuori servizio). Troppo rischioso affrontare in due 30 giovani. Quindi dissi loro di muoversi con calma e di avvicinarsi al Lido.

La sua storia, invece, racconta della pattuglia che “…dopo alcuni minuti con calma se n’è andata senza far nulla...”. Poco dopo la stessa pattuglia riceveva una richiesta d’intervento al porto per alcuni giovani intenti a salire sulle barche ormeggiate.

E ancora. Altra telefonata da un supermercato la cui cassiera chiedeva intervento perché un gruppo di una decina di ragazzi era entrato e stava rubando. Tra tutte queste richieste d’intervento la meno rischiosa sarebbe stato fare la multa alla moto davanti al totem del parcometro e rispondere che si era impegnati in altro servizio (accade con tutte le forze di polizia che non si possa intervenire perché impegnati in altro, come per il “112” che manda la Polizia locale al Lido).

Ma i due che “se ne sono andati con calma” hanno scelto di affrontare il gruppo di 30 ragazzi. Con me presente siamo andati al Lido, poi al supermercato e infine al porto.

Mario Modica, comandante della Polizia locale.

La multa alla “sua” moto? Rispetto agli altri interventi non l’ho ritenuta prioritaria, o lei pensa che lo fosse? Immagini: la donna minacciata che vede i miei colleghi intenti a fare la multa a una moto che storia avrebbe scritto? Che si preferisce “fare cassa” anziché preoccuparsi della sicurezza dei cittadini.

Lo sa che la persona che ha chiamato per le barche in porto ha sollecitato l’intervento 7 minuti dopo la prima telefonata, ironizzando pure sul nostro “ritardo”? Lo sa che negli  ultimi mesi abbiamo dovuto affrontare numerosi episodi che vedevano coinvolti gruppi di giovani - probabilmente minorenni - che disturbano e rubano in ogni dove del paese? Eppure la sua storia è che non abbiamo fatto una multa.

Io invece sostengo che bisogna ringraziare i colleghi della Polizia locale che con abnegazione e impegno mettono a rischio la propria incolumità per tutelare i cittadini onesti come lei, da cui ci si aspetta fiducia e rispetto e non accuse: se si fanno le “multe” è per fare cassa, se non se ne fanno sono fannulloni.... Ma che volete, cari cittadini?

Sappia sin d’ora e per il futuro che le “multe” sono l’ultima delle attività che interessano gli operatori di Polizia locale. Se li dovesse vedere ancora “andare via con calma senza fare nulla” è perché la loro presenza costituisce deterrente, monitorano, controllano, osservano e sono pronti a interventi in brevissimo tempo nelle zone che più hanno mostrato di essere critiche.

Legga le cronache degli ultimi mesi sul nostro Lago e si renderà conto delle vere criticità che stiamo vivendo. Altro che moto davanti al totem del parcometro!

Una nota di chiarimento ulteriore. Ha idea di cosa significhi controllare un gruppo di giovani esuberanti? Lo sa che spesso non hanno documenti e che non riconoscono alcuna autorità? Lo sa che spesso dichiarano di chiamarsi con nomi di fantasia, che se ci dicono di chiamarsi Giuseppe Garibaldi nato a Caprera noi non gli crediamo, ovviamente, ma la legge ci impone (cito testualmente): “…chi rifiuta di farsi identificare, ovvero fornisce generalità o documenti di identificazione in relazione ai quali sussistono sufficienti elementi per ritenerne la falsità, la polizia giudiziaria lo accompagna nei propri uffici ...”.

Provi a immaginare di “accompagnare” un giovane (palestrato, magari) circondato dai suoi sodali eccitati dallo spettacolo di lui che mente e sfida le divise. Se va bene ti prendono in giro, oppure passano agli insulti e infine potrebbero “lottare” per opporsi a noi che lo prendiamo per un braccio al fine di “accompagnarlo” in comando. Gli amici fanno resistenza, ti spintonano, urlano e i telefonini riprendono l’eroica resistenza agli sbirri per poi postare tutto sui social.

Ecco perché una multa sarebbe più comoda. Ma tant’è, non l’abbiamo fatta e meritiamo l’ironia. Ce ne siamo andati “...con calma senza far nulla...”.

Chiudo. Sono 40 anni che svolgo questo servizio e ho sempre trovato penne pronte a recriminare, rimproverare o denigrare questa divisa con storie di abusi, sanzioni fatte solo per “fare cassa” o senza “buon senso” ma pochi, pochissimi che abbiano la penna pronta per ringraziare e supportare. Fa più rumore un albero che cade di una foresta che cresce.

Buona estate e abbia più fiducia in chi porta la mia stessa divisa.

Commissario Mario Modica

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