L'ex atleta mandellese, dal 2008 residente ad Abbadia Lariana, fu protagonista della specialità a livello nazionale negli anni Novanta
Massimo Redaelli in una foto che lo ritrae in pista con il professor Gianfausto Balatti. |
(C.Bott.) Medaglia d’argento nei 400 ostacoli! Alessandro Sibilio ha aperto ieri sera con una splendida prestazione e un meraviglioso secondo posto, sotto gli occhi del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, la penultima giornata dei campionati europei di atletica leggera in svolgimento a Roma, stabilendo con il tempo di 47”50 il nuovo primato italiano detenuto dal 2001 da Fabrizio Mori e migliorato di 4 centesimi.
I 400 ostacoli richiamano alla memoria gli anni in cui protagonista di questa specialità (l'ultima sua gara è del 2000) era Massimo Redaelli, mandellese, cresciuto alla scuola dell’indimenticato professor Gianfausto Balatti e capace di competere a eccellenti livelli con i più forti. Nel 1996, in particolare, gli appassionati assistettero alla più veloce gara italiana di sempre, con cinque atleti - nell’ordine Mori, Ashraf Saber, Patrick Ottoz, Laurent Ottoz e appunto Redaelli - sotto i 50 secondi (Massimo, per la cronaca, chiuse in 49”82).
Redaelli, classe 1971 (è nato il 24 dicembre), un personale di 49”81 stabilito nel ‘96 a Ginevra, era all’Olimpico domenica e lunedì e ha assistito dagli spalti alla semifinale della “sua” gara, dominata da Sibilio, mentre ieri - dopo essere rientrato in riva al Lario (dal 2008 abita ad Abbadia) - ha visto in Tv la finale. E gioito come tutti gli italiani appunto per l’argento dell’ostacolista napoletano.
“Se lo merita tutto, questo argento europeo, Alessandro - è il commento di Redaelli - Lui è un grande talento e a mio giudizio il primato nazionale era alla sua portata già nel 2022. Poi due infortuni gli hanno fatto saltare proprio la stagione 2022 e anche quella successiva”. “Dopo così tanto tempo lontano dalle gare - aggiunge - Sibilio è tornato con una fame che non poteva che portarlo a ottenere questo stupendo risultato”.
“Ha testa, cuore e talento - conclude Redaelli, che ha tre figli e che proprio a Roma disputò più di 40 anni fa allo stadio dei Marmi la sua prima gara nazionale, ossia la finale dei Giochi della gioventù - e sono davvero contento per lui. Il norvegese Warholm, vincitore ieri sera, è un fenomeno, per ora irraggiungibile. Ma perché non sognare?”.
Massimo Redaelli e sua figlia Lia nei giorni scorsi a Roma per gli Europei di atletica... |
...e in una foto che li ritrae con il velocista Marcell Jacobs. |
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