“Spring Art 2024”, allestita fino al 5 maggio (dalle 9 alle 12 e dalle 15 alle 19 gli orari per visitarla) presso lo “Square Art Center” in via Volta 1 a Mandello Lario, è una mostra d’arte in continua evoluzione, una coralità di artisti di varie discipline che si susseguono e si avvicendano dando vita a una rassegna artistica lungo l’arco temporale della primavera.
“Square Art Center” ha il privilegio di presentare, all’interno della mostra, le opere dell’artista mandellese Gianmaria Lafranconi. Narra di sé: “Dipingo la vita giorno per giorno e non mi fermo più... oltre l’infinito!”.
Se gli si chiede il proposito creativo delle opere da lui scelte per questa collettiva d’arte, aperta tutti i giorni, Lafranconi con grande sensibilità illustra il sentimento che lo ha mosso. Dice: “Sono tutte e due afferenti al tema “essere italiani”, ovvero all’esperienza di un mio passato progetto esposto al concorso indetto dal “Garte - Gruppo artistico culturale”, patrocinato dalla Regione Lombardia, dove ero stato finalista. Queste due opere obbediscono allo stesso tema, ossia appunto l’essere italiano. Una è intitolata “Brillante”, mentre l’altra, che è un inedito, “Storia”. Ho scelto questo nome perché in questo dipinto ho rappresentato il classico fulgore del Pantheon sovrapposto dalla severa eleganza del romanico pisano raffigurato attraverso Santa Trinità di Saccargia, vale a dire mille anni di storia”.
“L’uso poi che faccio della velina - aggiunge - è per me significativo di una trasparenza che va oltre e rimane un concetto astratto che si proietta nell’infinito”.
Artista generoso e dal timbro umanistico, Gianmaria Lafranconi pone al centro del proprio pensiero e conseguentemente nel suo sguardo estetico, l’uomo e la natura. Rivendica fortemente una dimensione storica dove la tradizione non è mai passata e di cui non è schiavo, rivelando in questo una particolare inclinazione e contemplazione d’animo al bello. Un’esperienza interiore che induce a una forma di introspezione, poiché la bellezza è specchio della nostra esistenza e delle nostre identità.
L’oro, i colori e le sfumature che sapientemente dosa nelle sue opere creano effetti di luce che tendono a portare l’osservatore a riunirsi all’infinito e all’eternità.
Scrive di lui la critica e storica dell’arte Angiolina Petecchia: “L’artista con la sua classicità, con la geometrizzazione formale e con una orchestrazione cromatica ha saputo fermare il tempo e lo spazio. Le sue opere sono caratterizzate da una composizione statica e calibrata ove gli elementi figurativi si trasformano in archetipi del nostro mondo culturale e simbolico. Con la sua ricerca e sperimentazione ha superato ogni forma di convenzionalismo, rivelando la funzione esplosiva del suo atto creativo. Lo sviluppo verticale con intento ascensionale domina alcune rappresentazioni, le quali diventano vive presenze nell’esistenza quotidiana e gridano come l’arte è capace di superare la precarietà dell’essere”.
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