Nel 2014 a Mandello disse: “Se sono diventato prete lo devo alla mia famiglia e in particolare a mia mamma Teresa, che sapeva richiamarmi alle mie responsabilità”
Don Vittorio Bianchi, sacerdote dal 1964. |
(C.Bott.) Originario di Mandello Lario, dove è nato il 30 ottobre 1938, è stato per nove anni - dal 2010 al 2019 - parroco di Abbadia Lariana. Ordinato sacerdote il 28 giugno 1964 a Como, da cinque anni svolge il suo ministero presso la comunità pastorale “Beato Teresio Olivelli” di Bellagio, la stessa che oggi si stringerà idealmente a lui per ricordare (e onorare) il suo sessantesimo anniversario di sacerdozio.
Una festa, quella in onore di don Vittorio, che coincide significativamente con la ricorrenza di Pentecoste e il cui momento principale sarà rappresentato dalla messa che verrà celebrata alle 10.30 a San Giovanni.
Nel maggio 2014, in occasione del suo giubileo sacerdotale celebrato nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore a Mandello, don Vittorio aveva detto: “Essere prete è un dono straordinario, vorrei dire quasi inimmaginabile. Ma questo dono ha anche il supporto della comunità in cui si è cresciuti”. “Se io sono diventato prete - aveva aggiunto - lo devo alla mia famiglia e in particolare a mia mamma Teresa, che sapeva richiamarmi alle mie responsabilità. Facevo il chierichetto e quante volte lei mi ha tirato giù dal letto perché non mancassi alla messa delle 6. Il paese, poi, mi ha fatto sentire orgoglioso di essere mandellese”.
Il sacerdote aveva quindi sottolineato l’importanza dell’appartenenza alla parrocchia. “Noi amavamo i nostri preti - aveva detto - e l’oratorio finiva col diventare la nostra casa. Ecco perché dico che il dono del sacerdozio nasce tra quei valori, che sono il frutto di tutti noi. Ricostruiamo allora quel retroterra culturale dentro il quale far crescere la nostra Chiesa”.
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