(C.Bott.) “Oggi si festeggia la liberazione dalle piaghe più oscure del secolo scorso, giunta grazie alle forze alleate e alla grande resistenza sorta spontaneamente in tutta Italia e non solo. Il mondo ci racconta che la liberazione è un processo mai concluso. L’Italia festeggia oggi, il resto dell’Europa l’8 maggio, giornata in cui si celebra la resa incondizionata della Germania nazista. Da quel conflitto e dalle sue conseguenze sono nati problemi irrisolti che si trascinano ancora oggi, con tanto dolore per popoli a noi molto vicini”.
Riccardo Fasoli ha introdotto così, questa mattina, il suo discorso commemorativo nel 79.mo anniversario della Liberazione. Il sindaco di Mandello Lario ha ricordato anche la questione mediorientale, ancora senza soluzione. “La sopravvivenza del popolo ebraico e della sua nazione si contrappone alla causa dei Paesi arabi che si sono trovati uno Stato catapultato nelle loro terre - ha detto - e così, tra reciproche rivendicazioni e metodi per sopravvivere quantomeno discutibili, la terra che ha visto nascere la fede in cui crediamo non riesce a trovare pace. E’ allora doveroso che il mondo, soprattutto quello occidentale, torni a concentrarsi sulla soluzione di questo problema: rispetto per tutti i popoli”.
Poi un riferimento anche al conflitto in atto in Ucraina: “Ad Est, al termine della guerra fredda che ha segnato poco meno della metà del secolo scorso, l’Unione Sovietica è implosa su se stessa. Così popoli diversi si sono trovati prima uniti e poi disgregati. Una disgregazione che ai confini dell’attuale Russia ha creato cittadini diseredati da entrambe le parti, soprattutto in Ucraina. Russi per gli ucraini, ucraini per i russi. Uomini e donne in un limbo di diritti. La Federazione russa ha reagito a modo suo a una messa all’angolo geopolitica repentina, considerando l’ascesa della Cina e la distrazione dell’America, concentrata più su se stessa che a mantenere il suo ruolo nel mondo e per il mondo”.
“Ci si rende allora conto - ha proseguito il primo cittadino - di quanto sia evidente che per la liberazione, per la democrazia, per il rispetto civico e reciproco e per la pace tocchi anche a noi fare la nostra parte ogni giorno. In casa, in famiglia, al lavoro e nella nostra comunità. Non facciamoci ingannare dalle libertà di oggi, dove ognuno può e pretende di fare sempre e soltanto ciò che vuole. La vera libertà è quella in cui ognuno ha la possibilità di esprimersi e di vivere al massimo delle sue possibilità, senza prevaricare quelle degli altri”.
E una esortazione: “Fuggite quindi da una società che vi dà soltanto diritti: la libertà è faticosa, la libertà è costosa. E chi più delle persone che ricordiamo oggi ce lo testimonia? I tanti partigiani, uomini e donne, che resistettero in ogni parte d’Italia.
I tanti soldati italiani che dopo l’8 settembre 1943 si rifiutarono di combattere ancora, trasformandosi in facili prigionieri. Gli operai che scioperarono per boicottare la produzione bellica tedesca, gli imprenditori che salvarono i loro operai dalla deportazione in Germania, i ferrovieri che rallentarono i treni per consentire ai deportati di saltar giù, i medici che firmarono certificati falsi pagando di persona. E ancora, gli oltre 600mila internati in Germania, che preferirono restare nei lager nazisti in condizioni drammatiche piuttosto che andare a Salò a combattere altri italiani, i 90mila militari che morirono dopo l’8 settembre, i fucilati di Cefalonia, i bersaglieri che si batterono al fianco degli alleati, tutti gli uomini e le donne che si sacrificarono per gli altri. Tutto questo fu Resistenza, patrimonio della nazione non di una fazione”.
Infine un appello: “Oggi siamo concentrati su noi stessi e facciamo fatica a prenderci una responsabilità non pagata, un semplice impegno per gli altri. Siamo sicuri di potercelo permettere? Da noi dipende il nostro futuro, quello delle persone che amiamo e delle generazioni future. Il credito di chi si è sacrificato per noi non può durare per sempre, non dimentichiamolo”.
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