La motocicletta verrà presentata alle 11 nello spiazzo antistante il murales realizzato da Gianni “Gechi” Trincavelli, che sabato e domenica esporrà anche i libri paga dei primi operai assunti dalla Casa dell’Aquila
(C.Bott.) I motori sono la sua grande passione, che lo porta a trascorrere ore e ore in garage, di giorno e spesso anche di notte. Caparbio, determinato e con un talento che gli consente di creare interessanti elaborazioni personali di esemplari di varie case motociclistiche, ha nel cuore la Moto Guzzi e dell’Aquila di Mandello Lario ama in particolare i modelli realizzati negli anni Venti e Trenta, come dire i primi due decenni di un marchio destinato nel corso degli anni a diventare glorioso e per molti addirittura mitico.
Lui è Roberto Berardelli, bergamasco di Endine Gaiano, comune di quasi 3.400 abitanti della Val Cavallina, che domani sarà a Mandello Lario per esporre presso l’Antica officina Ripamonti di via Cavour la “Tributo”, che a partire dalle 11 farà bella mostra nello spiazzo antistante il murales realizzato da Gianni “Gechi” Trincavelli in occasione del centenario di fondazione della Guzzi.
“Sono partito da un disegno come faccio ogni volta - dice Berardelli - perché prima di realizzare i miei modelli cerco sempre di buttar giù qualche idea a mio piacimento. Del resto non vendo le moto che costruisco ma le tengo per me, perché ciò che faccio è pura passione, null’altro”.
“In questo caso - aggiunge - ho usato un motore PL del 1937 totalmente revisionato perché quando l’ho acquistato era davvero in condizioni disastrose. Ho costruito il telaio, il serbatoio e quant’altro. Tutto, in pratica. Creare il modello che porterò a Mandello ha richiesto un anno e mezzo di lavoro”.
A ispirare Berardelli è stata nello specifico una moto: la “Quattro valvole” di Terzo Bandini, pilota emiliano tre volte campione italiano negli anni Trenta, gli anni dei primi esperimenti delle ruote lenticolari. Devo ammettere che a questa “creazione” sono particolarmente affezionato proprio per il mio legame affettivo per la Guzzi e poi perché richiama il mio stile, con il serbatoio allungato e spigolato”.
“Realizzare questo come altri modelli è per me motivo di grande soddisfazione - afferma ancora Roberto - e creare tutto da zero è impagabile, così come salire su una “due ruote” che hai costruito interamente tu è una sensazione a parole inspiegabile e indescrivibile. Il fatto poi che siano modelli unici è certamente un valore aggiunto. Ecco perché mi ritrovo spesso a passare lunghe ore nel mio garage”.
Passione. Passione pura. La stessa, verrebbe da dire, che muove anche ogni iniziativa di “Gechi”, che sempre questo fine settimana e contestualmente alla presentazione della “Tributo” esporrà all’interno dell’Antica officina i libri paga dei primi operai assunti dalla Moto Guzzi. Una chicca, anzi un vero e proprio scoop nei giorni dell’anniversario di fondazione della Casa dell’Aquila.
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