Dal gruppo consiliare “Insieme per Dervio” riceviamo e pubblichiamo:
Ancora una volta il sindaco di Dervio mistifica la realtà a proposito del ticket di Corenno Plinio e la sua perseveranza anche di fronte all’evidenza inizia a diventare stucchevole.
E’ infatti pervenuta ad alcuni cittadini, e in copia al Comune, la risposta della Soprintendenza di Milano, emanazione del ministero della Cultura, ad alcune domande che gli stessi avevano posto tempo fa. Nella lettera è scritto chiaramente che non si può far pagare un ticket utilizzando come motivazione il fatto che Corenno venga considerato un complesso monumentale o un museo, come invece ha dichiarato il Comune nel Pgt e nel regolamento che istituisce il ticket stesso.
La Soprintendenza, acquisiti anche i pareri del ministero, scrive in modo inequivocabile come il borgo di Corenno non possa rientrare nella definizione di “complesso monumentale” e nemmeno possa essere utilizzata la categoria del “museo” come definiti dal decreto legge numero 42/2004 (la legge che invece il Comune ha citato impropriamente, nel proprio regolamento, per poter “giustificare” in qualche modo l’imposizione del ticket). Esattamente quello che ha detto da sempre il nostro gruppo consiliare, sia in Consiglio sia in altre occasioni.
La Soprintendenza scrive ancora una volta al Comune che ritiene opportuna una rettifica del regolamento di istituzione del ticket: scrisse la stessa cosa già a giugno 2021, ma in quasi 3 anni il Comune di Dervio non hai mai provveduto, facendo pagare il ticket sulla base di una legge che non può utilizzare.
La lettera della Soprintendenza sconfessa clamorosamente anche gran parte dei contenuti del parere rilasciato dal segretario comunale in data 8 gennaio, a sostegno di quelle norme il cui uso è invece stato ora definitivamente dichiarato illegittimo, parere che il segretario scrisse appositamente per giustificare il ticket all’associazione dei “Borghi più belli d’Italia” che aveva chiesto delucidazioni sul balzello.
Di fronte a queste ennesime contestazioni, un Comune serio avrebbe già annullato il regolamento che istituisce il ticket, come chiediamo anche noi da anni. E invece il sindaco cosa fa? Scrive l’ennesimo comunicato propagandistico dove non dice nulla di quanto abbiamo esposto in precedenza, ma mistifica un’unica frase contenuta anch’essa nella lettera della Soprintendenza, dove si dice che è un’autonoma decisione del Comune stabilire un accesso a pagamento.
Certamente, aggiungiamo noi: ma se c’è una legge che lo permette! E la legge che il Comune utilizza nel regolamento che istituisce il ticket non glielo consente: che se ne trovi un’altra, se esiste! Altrimenti domani il Comune potrebbe farci pagare una tassa sull’aria, perché ha deciso autonomamente che l’aria di Dervio è più salubre che altrove, o una tassa per chi fa il bagno al lago, perché ha stabilito autonomamente che l’acqua è più bella che altrove. Ma attenzione, però: senza tuffarsi, perché i tuffi sono proibiti dal regolamento dei 1.000 divieti, altra inarrivabile perla di questa Amministrazione.
Un’ultima cosa, prima che la propaganda comunale dica il contrario: con questo non ce la stiamo prendendo con l’ammissione di Corenno nei “borghi più belli d’Italia” ma contro un ticket che, lo ricordiamo, viene richiesto per accedere ad aree demaniali, che per legge sono gratuite, riscosso da una biglietteria mai autorizzata come edificio non temporaneo, ha avuto più costi che ricavi causando un deficit al Comune di 10mila euro nel 2023 (40mila con l’anno precedente), è stato protagonista suo malgrado di un appalto per la gestione della biglietteria dove chi l’ha vinto (ed è stato pagato) non è andato sempre a lavorare mentre invece ci lavora personale comunale, eccetera eccetera.
Ora sappiamo anche, per voce di un soggetto molto più autorevole di noi, che pure le leggi che lo dovrebbero giustificare non si possono utilizzare. Cosa dovrebbe succedere ancora prima che questo iniquo balzello venga eliminato?
Gruppo consiliare “Insieme per Dervio”
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