12 gennaio 2024

L’ultimo saluto a Massimo Scotti. “Per te le frontiere del Paradiso sono spalancate senza passaporto”

Monsignor Bruno Fasani: “Eleganza d’animo, bontà e mitezza le sue caratteristiche”. Don Vittorio Bianchi: “Dio ci ha fatto il dono della vita e non ci tradirà. E un giorno godremo della beatitudine con Lui”

(C.Bott.) “Se Dio ti guarda con gli occhi della nostra stima, per te le frontiere del Paradiso sono spalancate senza passaporto”. Monsignor Bruno Fasani, prefetto della Biblioteca capitolare di Verona, per lunghi anni direttore responsabile dell’Alpino, si rivolge direttamente al suo amico, al suo compagno di naja alla Scuola militare alpina di Aosta. “So che ci incontreremo ancora - gli dice - ma oggi vogliamo dirti che siamo orgogliosi di ciò che sei stato”.

Per Mandello Lario è il giorno dell’estremo saluto a Massimo Scotti, morto all’età di 78 anni. Ed è un giorno di lutto in particolare per gli alpini. Lui era una penna nera e in tanti hanno voluto presenziare al rito funebre celebrato nella chiesa prepositurale del Sacro Cuore.

Ricorda il ventesimo corso A.C.S., don Bruno, quello che in anni lontani ha fatto scaturire la loro amicizia. Ricorda il buio che scende tra gli alpini quando una sedia rimane vuota. E ricorda soprattutto le tre caratteristiche fondamentali di Massimo: l’eleganza d’animo, la bontà e la mitezza.

Massimo Scotti in una bella immagine che lo ritrae con sua moglie Luigia e con monsignor Bruno Fasani.

“Aveva un grande senso di umiltà”, dice il sacerdote, che poi si rivolge alla moglie Luigia: “La sensibilità condivisa ha rafforzato il vostro legame”. Torna a evidenziare la bontà di Massimo, don Bruno. E dice: “Dove c’è bontà ne acquista la qualità della vita, che vince sempre sulla cattiveria. E la sua bontà era fatta di gesti, di sorrisi e di disponibilità. E poi era un uomo di equilibrio. Non a caso in questi giorni il nostro istruttore al corso di Aosta lo ha definito un uomo vero e un amico sincero”.

Prima di monsignor Fasani era stato don Vittorio Bianchi, guida spirituale degli alpini mandellesi, a ricordare Massimo Scotti, al quale lo legavano sentimenti di sincera e condivisa amicizia. “Il nostro Dio è amore - aveva detto - Ci ha fatto il dono della vita e non ci tradirà e così un giorno godremo della beatitudine con Lui”. “Anche nel momento del dolore - aveva aggiunto - Dio c’è e allora il nostro motto sia questo: “Camminerò alla presenza del Signore nella terra dei viventi”. E a Massimo diciamo grazie e riconosciamo le consegne che lui ci ha lasciato”.

Al termine delle esequie la lettura della preghiera dell’alpino e il Signore delle cime, un canto che è a sua volta preghiera.



 

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