Sempre in merito all’intervento edilizio in atto sull’area dell’ex campeggio, da Mandello Lario riceviamo e pubblichiamo:
Ha proprio ragione, il nostro vicino di casa. Peccato che non ci abbia citofonato prima di scrivere una lettera di protesta sulla vicenda dell’ex campeggio e non abbia chiamato anche gli altri che come noi conoscono bene questo cantiere. Se lo avesse fatto gli avremmo volentieri trasmesso il nostro sogno per quest’area, quali proposte alternative avevamo e soprattutto la situazione attuale e le aspettative che abbiamo come famiglie.
Sarebbe stato costruttivo parlarne tra amici, tra vicini di casa perché la pensiamo allo stesso modo sull’indegna condizione di degrado dell’area ex vida loca/campeggio attuale e passata e sulla necessità di porre un freno anche al via vai continuo di gruppi di drogati o vandali che, oggi come ieri, imbrattano regolarmente i nostri muri.
Avremmo potuto fare qualcosa insieme molto prima! Impedire che ci si trovasse a questi livelli di abbandono e fermare prima il procedimento, chiedendo delle verifiche come cittadini senza nemmeno far demolire la spiaggia e abbattere gli alberi! Ma purtroppo si passa ma non ci si incontra, si abita ma non si vive e il risultato è che la parola passa attraverso un mezzo mediatico e ci si deve per forza confrontare in questo modo per capirsi. Ma volentieri, meglio di nulla. Chissà che da questo messaggio anche chi non ha mai dato retta ai paroloni dei politici (con rispetto per chi fa il proprio lavoro con serietà e passione ma si esprime per vocazione in maniera tecnica) oggi non veda un’occasione per leggere sotto un’altra luce questa vicenda.
D’altro canto in paese tutti hanno letto tutto e il contrario di tutto sui giornali. Confusione sugli aspetti tecnici, sulle competenze territoriali e il rimpallo delle responsabilità. Legittimo è chiedersi: chi avrà ragione? Il Comune che ha demolito quel capannone fatiscente e che ha deciso di fare qualcosa sull’area notoriamente abbandonata da tempo (ma cosa farà?), oppure i cittadini che si oppongono e la minoranza che ha ravvisato irregolarità e che cerca di informare su quello che sta accadendo? L’area rimarrà per sempre così?
Di fatto, invece, a noi interessa che non si perda di vista la questione fondamentale perché ci troviamo a stretto contatto con l’area incriminata e l’abbiamo vista cambiare: da un anno sono iniziati i lavori per quello che a noi da subito è sembrato lo scheletro di un transatlantico arenato sulla riva del lago, dimensionalmente oltre ogni immaginazione, un intervento fuori scala, un blocco visuale e un’interruzione paesisticamente evidente. Difatti la realtà ha drasticamente confermato le nostre impressioni (prima di dirlo abbiamo visionato i progetti): l’edificio occupava aree pubbliche e demaniali. In che misura? Non è rilevante . Perché è stato consentito? Perché nessuno l’ha fermato. A cosa è servito informarci? A molto. A capire meglio cosa sarebbe successo di lì a poco e a essere liberi da influenze esterne.
A breve probabilmente la vicenda volgerà al suo naturale termine, si prenderanno delle decisioni e su questo esito né il sindaco, né l’opposizione, né il privato possono influire. Saranno gli enti superiori a prendere posizione, basata sugli atti e su ciò che la legge dice in materia edilizia/urbanistica.
Possiamo soltanto dire ai nostri vicini esasperati: nessuno toglie che abbiamo perso irrimediabilmente una spiaggia naturale e pubblica, perderemo una visuale e soprattutto abbiamo perso un’opportunità. La risorsa, cioè la materia prima fonte di attrazione turistica, il nostro amato e ammirato lago non è stato valorizzato e integrato con infrastrutture e servizi che consentissero, rispettivamente, l’accessibilità da parte del turismo e la fruibilità dell’area per la collettività come era nei programmi comunali e nelle nostre aspettative. Purtroppo il progetto attuale riguarda altri scopi meno nobili.
Non era obbligatorio che nascesse un intervento simile soltanto perché c’era bisogno di un’alternativa, perché questo vorrebbe dire che anni e anni di leggi per la salvaguardia del paesaggio si possano gettare letteralmente al macero e che chiunque in nome di “salviamo dal degrado” se ne approfitti e costruisca come sta succedendo in via Lungolario un condominio privato e speculativo sulla costa.
Cari vicini, compaesani, prendiamoci un caffè per parlarne di persona. Magari ci possiamo sedere insieme fronte lago mentre osserviamo il residence Kosmopolitan di Valbrona che giace davanti a noi sul versante opposto, a metà montagna e che deturpa sicuramente anche la vostra visuale.
Siamo anche noi indignati e per vocazione o passione approfondendo abbiamo capito che è il risultato che conta e esserne partecipi e correttamente informati consente di poter avere piena voce in capitolo e fare delle proposte oppure osservazioni costruttive.
Siamo davanti all’opportunità di non essere passivi e di non aspettare sempre che le cose siano già successe per protestare. E’ il nostro paese, dobbiamo difenderlo da questa speculazione edilizia. Nel rispetto del territorio e di chi ci abita.
Famiglie di via Lungolario e via Giulio Cesare
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