(C.Bott.) “Quest’anno il presepe compie 800 anni. San Francesco desiderava contemplare nella Natività la semplicità, l’umiltà, la sobrietà di un Dio che si presenta bambino e vuole condividere tutto con gli uomini, a partire dai disagi e dalle difficoltà di una nascita cha avviene in un luogo così precario come una mangiatoia. Il santo di Assisi voleva che tutti noi percepissimo lo stupore e la commozione per l’amore di un Dio che non si ferma nei cieli, ma viene sulla terra per condividere tutto, eccetto il peccato, con noi uomini. Il Dio cristiano si fa uomo per aiutarci non solo con le parole, ma con la sua stessa vita. Fino a sacrificarla, sulla croce”.
Si concentra sul presepe l’augurio di don Fabio Molteni, parroco della comunità pastorale di San Lorenzo e Sant’Antonio in Abbadia Lariana, per il Natale 2023. E sull’amore che si accompagna proprio all’allestimento della Natività. “Un amore tangibile - scrive il sacerdote - fatto non di sole parole ma di eventi concreti e vissuti”.
Ecco allora l’invito a fermarsi di fronte alla natività del presepio, “a contemplare l’amore del Dio bambino che si fa uomo per me”. “Quando mi fermo - così continua il messaggio del parroco - non posso fare a meno di notare alcune cose: Maria e Giuseppe fanno posto nella loro vita a Gesù e ci invitano a fare altrettanto. Il giorno di Natale, ma anche ogni giorno, fai posto tra i tuoi pensieri e desideri a Gesù, che vuole accompagnarti tra le tue mille attività. E donarti un po’ della sua serenità e del suo amore”.
Poi i riferimenti ai personaggi del presepe: “L’uomo con la lanterna si stupisce della bellezza del Dio bambino e ci trasmette il gusto per le cose belle che spesso noi trascuriamo, preferendo soffermarci su quelle che non funzionano. Il dormiglione ci aiuti a rimanere sempre desti e pronti di fronte alle necessità degli altri. I pastori ci insegnino un pizzico di sobrietà e di essenzialità: troppe cose, troppi vestiti, troppi giocattoli rischiano di oscurare ciò che nella vita è veramente importante, l’amore”.
“Da ultimo i Re Magi - conclude don Fabio - ci educhino a non spaventarci se a volte ci sentiamo lontani da Dio. Lui, il Dio bambino, desidera sempre incontrarci e abbracciarci e ci perdona sempre. Piuttosto lasciamoci aiutare dagli altri a fare il cammino che ci separa dal Signore. I Magi si sono aiutati reciprocamente per andare incontro a Gesù”. E un auspicio: “Che bello se in ogni famiglia del mondo regnasse la logica altruistica del bene e dell’amore!”.
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