Mauro Manzoni in occasione delle celebrazioni del IV Novembre: “La malattia di oggi è misurare tutto sul proprio destino personale. Tutto diventa strumentale e così non ci accorgiamo di perdere il gusto della gratuità e del dono”
Amministrazione comunale e gruppo Alpini insieme per celebrare la ricorrenza del IV Novembre e onorare i caduti. Ieri in piazza San Giorgio a Varenna sono risuonate le note del Silenzio ed è stato cantato l’inno nazionale. E' seguita la cerimonia dell’alzabandiera. Il parroco don Enrico Mauri ha poi celebrato la messa.
Ci si è quindi recati in corteo verso viale delle Rimembranze. Lì il capogruppo delle penne nere, Ivan Acquistapace, ha letto i nomi dei caduti varennesi delle due guerre mondiali. Al centro del cimitero si è poi proceduto allo svelamento del monumento ai caduti recentemente restaurato dall’amministrazione comunale. Il monumento è costituito da un basamento di pietra, con cordoli in graniglia, su cui è affissa una lapide di marmo bianco con fregi in ottone.
I lavori sono consistiti nella ripulitura straordinaria, nel consolidamento, nella stuccatura e microstuccatura, con finitura e protezione di tutti gli elementi: le opere sono state eseguite da manodopera specializzata. L’architetto Eugenio Guglielmi ha illustrato il lavoro di restauro.
Nel suo intervento il sindaco di Varenna, Mauro Manzoni, ha innanzitutto ricordato che “il patriottismo ha costruito e costituito eroicamente il territorio nazionale, poi sancito da un’identità giuridica nazionale suggellata dalla Costituzione”.
“Oggi compito di ciascuno di noi - ha detto - è ricreare e rafforzare questa identità per mezzo di una vera comunità nazionale e una più sincera responsabilità individuale e personale, attraverso relazioni umane più solidali e rispettose della dignità di ciascuno. Sono convinto che il problema del nostro tempo sia la mancanza di responsabilità: tutto è dovuto, i problemi sono sempre demandati ad altri e intanto ci si trastulla nel bieco, vile e cinico chiacchiericcio che distrugge rapporti, comunità e mina alla radice quei basilari valori solidaristici sanciti dalla nostra Carta costituzionale. Sì, viviamo in un tempo dove si fugge dalle responsabilità”.
Manzoni ha così proseguito: “Penso sia più che mai urgente tornare a essere cittadini responsabili, collaborare senza secondi fini all’edificazione di una comunità più umana e accogliente. La malattia di oggi è misurare tutto sul proprio destino personale. Tutto diventa strumentale e così non ci accorgiamo di perdere il gusto della gratuità e del dono. I nostri caduti ci insegnano proprio questo: che la vita donata è una vita ben spesa, anche se a caro prezzo”.
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