In piazza Leonardo da Vinci l’audio con la testimonianza della ventiduenne Giulia Cecchettin, uccisa dall’ex fidanzato, inviato alle amiche poche settimane prima della sua sparizione
(C.Bott.) Violenza, rispetto, diffidenza, fiducia, malessere, serenità, indifferenza, interessa, oppressione, libertà, schiaffo, carezza, pericolo, sicurezza. Poi altri sostantivi: falsità, onestà, abbraccio, pugno e bacio. E dieci verbi: umiliare, valorizzare, insultare, stimare, ostacolare, proteggere, uccidere, amare, emarginare, accogliere. E’ iniziato così, ieri sera a Mandello Lario, il flash mob voluto dall’assessorato alle Pari opportunità.
Davanti al palazzo municipale significativamente illuminato di rosso, ragazze e ragazzi hanno letto ognuno un sentimento, un’azione, un gesto, tutti in qualche modo riconducibili alla Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si è celebrata appunto sabato 25 novembre e che dopo il tragico fatto di cronaca di questi ultimi giorni, con l’uccisione di Giulia Cecchettin, ha assunto un significato ancora più forte, sollecitando tutti indistintamente a lottare per contrastare la violenza di genere.
E’ stato proprio l’audio con la testimonianza della ventiduenne uccisa dall’ex fidanzato inviato alle amiche poche settimane prima della sua sparizione a essere diffuso in piazza Leonardo da Vinci dopo che un ragazzo aveva anche letto la frase della pittrice messicana Frida Kahlo riportata sulla panchina rossa inaugurata nella stessa piazza lo scorso anno, proprio il 25 novembre: “Se con un tacco ti vedi più alta, con l’amore per te stessa ti vedrai immensa”.
Le stesse parole, gli stessi verbi pronunciati in apertura del flash mob erano stati scritti su cartelli mostrati uno dopo l’altro da ragazze di ogni età, mentre l’altoparlante diffondeva le note di Duemila minuti, il brano di Mara Sattei che racconta di una presa di coscienza importante da parte di una donna che, al termine di una relazione sbagliata, comprende ciò che ha passato e decide di ricominciare. Un grido di disperazione ma al tempo stesso di consapevolezza e rinascita di una nuova vita.
Dalla musica al ballo il passo è stato breve, protagoniste le ragazze della scuola “Fattore danza” di Daniela Baj che hanno coinvolto il pubblico prima che il flash mob si spostasse lungo via Manzoni per l’atto finale. E per un ultimo “no” di Mandello Lario alla violenza contro le donne.
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