Da Mandello Lario riceviamo e pubblichiamo:
L’amministrazione comunale di Mandello Lario ha rilasciato l’autorizzazione per l’attuazione di un piano di rigenerazione urbana comprendente la realizzazione di un fabbricato a lago. Ma non era obbligata a farlo! Agli addetti ai lavori (e alle persone di buon senso) è parsa subito una scelta sconsiderata.
Non è stata richiesta alla Provincia la necessaria autorizzazione paesaggistica né il parere all’Autorità di bacino (nonostante il progetto coinvolgesse chiaramente aree demaniali). L’impresa costruttrice non ha richiesto all’Autorità di bacino la concessione demaniale per l’occupazione dell’area di cantiere e neppure l’autorizzazione alla chiusura della spiaggia pubblica.
A lavori già quasi completati e a seguito delle numerose segnalazioni l’Autorità di bacino finalmente interviene facendo rimuovere una parte dell’edificio, palesemente sul demanio, e restituendo la spiaggia all’uso pubblico. Vengono evidenziate da più parti le mancate autorizzazioni e la probabile occupazione di area demaniale. Vista la situazione, il Comune ordina la sospensione dei lavori e chiede una verifica del limite demaniale.
Pochi giorni fa l’Autorità di bacino stabilisce che l’immobile insiste sicuramente, per almeno una ventina di metri quadrati, su area demaniale. “Casa Comune” sostiene che la superficie occupata abusivamente sia molto di più (150 metri quadrati).
Sulla base di valutazioni oggettive e di riscontri fotografici possiamo, con un discreto margine di certezza, dire che l’area demaniale occupata è sicuramente superiore a 20 metri quadrati.
Resterebbe inoltre da chiarire la correttezza del mancato rispetto delle distanze dai confini previste dal Codice civile. Cosa non certo di poco conto!
La Provincia di Lecco, contemporaneamente e inevitabilmente, emette un provvedimento di sospensione dei lavori. Come uscirne? Semplice e... sconcertante.
L’Autorità di bacino, ente danneggiato (che, ricordo, è preposto alla tutela dell’interesse pubblico), propone una ridefinizione dei confini demaniali al fine di sanare lo stato di fatto.
Più ragionevolmente, si tratterà di scegliere tra il “ripristino dello stato dei luoghi”, con ciò che ne consegue, o una sostanziale riduzione dei volumi e delle opere murarie accessorie, unitamente a una “rinaturalizzazione” dell’intera spiaggia, che deve necessariamente - nel rispetto delle norme sulla rigenerazione urbana - rimanere di uso pubblico.
Maurizio Leonelli (Mandello Lario)
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