Riccardo Fasoli: “A settembre inizieremo i lavori del primo lotto del progetto di riqualificazione dei giardini pubblici: nuovo camminamento esterno e nuovo Infopoint. L’intervento è poco invasivo, al contrario di quello che è stato dipinto”. “La mia candidatura alle Regionali? Con un ragionamento di esclusiva opportunità personale avrei dovuto evitare, oppure fare la tessera di qualche partito più in voga e infilarmi da qualche parte, ma non sono fatto così”
Riccardo Fasoli, dal 2015 sindaco di Mandello Lario. |
di Claudio Bottagisi
E’ sindaco di Mandello Lario dal 2015. In settembre saranno tre anni dall’inizio del suo secondo mandato nel ruolo di primo cittadino. Lui è Riccardo Fasoli, 38 anni, sposato e padre di due figli: Enea e Isabella. Quella che segue è un’intervista a tutto campo, con particolare riferimento ai temi di più stretta attualità.
Sindaco Fasoli, quale bilancio sente di dover fare a due anni dalla scadenza di questa tornata amministrativa, sia sul piano dell’impegno politico e istituzionale sia su quello più strettamente personale?
“Questi tre anni sono praticamente volati. La fine del mandato precedente e l’inizio del secondo sono stati segnati dalla pandemia, una situazione inaspettata che ha reso difficile tirare le fila delle attività comunali. Sono anche cambiate le deleghe che mi sono rimaste: da istruzione, Protezione civile e polizia locale a Bilancio, tributi, edilizia privata e urbanistica. Un salto di competenze interessante ma anche molto faticoso. Politicamente cinque anni di amministrazione ti danno la consapevolezza di capire le necessità di un intero territorio provinciale e la volontà di dare il mio contributo non è mai venuta meno. Certo, fare politica senza scendere a compromessi è difficile ed è per questo che, non lo nego, faccio un po’ fatica”.
Restando al periodo 2020-2023, cosa l’ha più soddisfatta delle iniziative intraprese dalla sua giunta e cosa invece avrebbe auspicato fosse giunto già in porto tra le opere programmate ma non ancora realizzate?
“Nel turbinio del Covid abbiamo raggiunto obiettivi che segnano davvero una svolta: l’apertura dello svincolo della Superstrada 36 da e per Sondrio, avvenuta a cavallo tra le due Amministrazioni, poi l’ottenimento delle fermate dei diretti da e per Milano alla stazione ferroviaria di Mandello. Per la mobilità di Mandello, per la qualità della vita di tanti residenti e per il sistema turistico sono due traguardi importantissimi ed epocali. Ci sono poi cantieri più o meno importanti come la nuova piazza Sacro Cuore, il marciapiede di via Manzoni, il primo lotto del lungolago di Olcio, il recupero dei depositi di Pramagno…. Mi sarebbe piaciuto avere già ottenuto il finanziamento per la riqualificazione delle scuole elementari ma siamo in coda, pochi progetti prima di noi non sono ancora stati finanziati”.
Veniamo alla “querelle” in atto da mesi sull’intervento in fase di attuazione sull’area dell’ex campeggio. Qual è, ad oggi, la situazione e soprattutto come, quando e da chi, a suo giudizio, verrà definita la questione così da scongiurare il rischio che, come a volte accade, a prevalere siano i conflitti di competenza e le norme (magari non meglio definite) da interpretare?
“Una situazione tecnica spiacevole. Su alcune tavole sono riportati interventi da realizzarsi sul demanio che, da sempre, né il Comune né il privato hanno ritenuto essere stati autorizzati dai nostri uffici. Le norme recentemente modificate fanno sì che non si possano autorizzare in un secondo momento ma che il progetto doveva essere autorizzato nel suo complesso con atto della Provincia (sempre su parere della Soprintendenza che, sull’opera, si è già espressa). Resta il fatto che non sono state autorizzate e tanto meno realizzate. Abbiamo un ricorso pendente da parte del confinante e credo utilizzeremo quella sede per definire una volta per tutte la questione”.
Su questa stessa vicenda il gruppo politico e consiliare di opposizione si è schierato apertamente contro la politica attuata da lei, dalla sua giunta e dal gruppo di maggioranza che la esprime. Posizioni, a suo modo di vedere, legittime anche se da lei non condivise, quelle di “Casa Comune”, oppure contesta qualcosa di specifico ai rilievi mossi anche di recente dal centrosinistra?
“I rilievi sono quasi tutti (anzi, direi tutti) tecnici. Per me politica è dare indirizzi, proporre soluzioni di sviluppo alternative, chiaramente attuabili e non da libro dei sogni. Quasi tutte le osservazioni fatte stanno muovendo colpe verso gli uffici e i professionisti che lavorano per il Comune di Mandello. Mi spiace, perché il personale è capace e si sta dando molto da fare per il nostro paese. Il “Paese di tutti” non ha mai fatto questo tipo di opposizione, che ritiene inutile. Avremmo potuto parlare della demolizione di parte del molo di Olcio e della frana subacquea conseguente, delle sale polifunzionali costruite in area alluvionale senza studi geologici, delle piante sparite ai giardini nella precedente riqualificazione senza uno staccio di relazione… Ma che senso avrebbe avuto? Poi piena libertà a ognuno di muoversi come vuole. Ormai ci ho fatto il callo dai tempi dell’ex area Cortesi con le accuse anche personali mosse presso la prefettura, la Procura e l’Autorità anticorruzione da parte di “Casa Comune”. E’ sempre difficile, però, provare a collaborare con chi pensa certe cose di te: accuse che vanno al di là delle valutazioni di adeguatezza politica. Alcuni componenti del gruppo consiliare di minoranza e del gruppo in generale li conosco da una vita, qualcuno è cresciuto con me e qualcun altro mi ha visto crescere. E certe accuse fanno personalmente male”.
C’è poi l’altro importante nodo da sciogliere, legato alla riqualificazione dei giardini pubblici e alla gestione degli spazi riservati ai bagnanti. A quest’ultimo proposito, come stanno andando le cose quest’estate? E per quanto riguarda i giardini qual è il cronoprogramma della giunta?
“Gestione come sempre difficile. Li chiamiamo giardini ma non lo sono. A settembre iniziamo i lavori del primo lotto: nuovo camminamento esterno e nuovo Infopoint. L’intervento è poco invasivo, al contrario di quello che è stato dipinto. Studiato come mai è stato fatto (sette righe nel progetto precedente di “Casa Comune” per parlare di piantumazioni, sia i tagli sia i nuovi innesti). Il prossimo anno cercheremo più risorse per la gestione e la fioritura del parco. I soldi del Comune, però, non sono infiniti, le spese di investimento si possono trovare, mentre per tutte le spese correnti (manutenzioni, personale, servizi) la coperta è corta. Investiamo molto sul futuro dei nostri giovani e sulle fragilità: temi che ritengo senza dubbio più importanti del taglio dell’erba ogni volta che piove e supera i 10 centimetri! Non nego che sarebbe utile recintarlo e creare dei varchi di accesso, come qualsiasi giardino pubblico del mondo. Il lago è una risorsa, ma va gestito! Siamo sul Lago di Como, meta ambita a livello internazionale. Abbiamo anche a che fare con il turismo di prossimità fatto di un bacino di circa 5 milioni di persone che gravitano intorno a Milano: “liberi tutti” non può funzionare, così come è impossibile - tecnicamente, giuridicamente ed economicamente - uno stato di polizia per gestire un parco”.
A fine luglio è stata approvata in consiglio comunale la variante generale al piano di governo del territorio. Cosa cambierà per Mandello e per i mandellesi?
“Un bel cambio di passo. Per i cittadini regole più chiare e trasparenti per portare avanti interventi edilizi. Per le imprese maggiore semplicità nella ristrutturazione delle sedi produttive. Per le aree dismesse e in attesa di intervento abbiamo svolto un lavoro di concertazione con i proprietari mai svolto prima: ex Vellutificio Redaelli, stabilimento Moto Guzzi, area ex Ferrario, viabilità di via Dante-via Mazzini-strada per Maggiana, tutti interventi fondamentali e che puntiamo di avviare nel 2024. Da non dimenticare il lavoro profuso per risolvere il problema del cantiere aperto da 20 anni di “Acquamarina” all’entrata del Moregallo. Se riusciremo a smuovere quello, inizieremo seriamente il rilancio della località”.
Delle scorse settimane è l’allarme diffusosi tra la cittadinanza in merito al distretto sanitario e alla sua possibile chiusura, o comunque al ridimensionamento dei servizi offerti, alcuni dei quali già “cancellati”. Anche su questo fronte qual è la situazione? E quali le prospettive?
“La situazione della sanità pubblica è un problema di risorse e di personale che ognuno di noi percepisce chiaramente quando ne ha bisogno. Il presidio non chiuderà, anzi. Nel continuo modificarsi delle normative sui servizi territoriali dovremmo aver trovato una certa stabilità: è in corso la verifica delle necessità specialistiche della popolazione mandellese con la volontà di ampliare i servizi, compatibilmente con il personale a disposizione. Nel frattempo, in questi giorni è stata ripristinata la possibilità di prenotare il prelievo tramite contact center”.
Da qualche giorno è realtà il “nuovo corso” della spiaggia di Olcio. Qual è il suo commento su questo intervento?
“Un lavoro difficile, a cavallo del Covid e dell’aumento dei prezzi. E’ per me un sogno. Non è stato un lavoro senza critiche, ma credo sia impossibile portarne a termine uno senza. Adesso siamo alla fase definitiva della progettazione del secondo lotto che porterà marciapiede e passeggiata a lago fino alla chiesa parrocchiale, poi il terzo per i parcheggi. Per il secondo lotto, annuncio qui che con i lavori puntiamo a partire nel 2024”.
Facciamo un passo indietro. Si è mai pentito di essersi candidato alle elezioni regionali dello scorso febbraio? Qualcuno aveva visto in quella sua candidatura una sorta di disamore nei confronti della sua carica di sindaco…
“Con un ragionamento di esclusiva opportunità personale avrei dovuto evitare, oppure fare la tessera di qualche partito più in voga e infilarmi da qualche parte, ma non sono fatto così. Ho voluto provare a dire la mia in una lista civica circa le difficoltà di una regione che, su molti temi, ha rinunciato a governare. E poi la mia appartenenza al “Paese di tutti” comporta l’impossibilità di prendere tessere di partito. Ci sono temi regionali che cadono sui sindaci in maniera devastante: dalla gestione sanitaria alla pianificazione turistica, dalle infrastrutture regionali alla mobilità. Mettersi in gioco non è mai un fallimento. Il mio lavoro di sindaco mi piace, le possibilità di essere eletto erano irrisorie, ma da Milano avrei probabilmente potuto fare ancora di più per Mandello. La mia speranza è quella che si possa migliorare il rapporto tra istituzioni (comuni limitrofi, Provincia, Regione, Stato) e tra i loro rappresentanti, in un rapporto che abbia come obiettivo unico la crescita del territorio nel suo insieme. Purtroppo le bandierine elettorali spesso contano di più del risultato per il futuro dei nostri cittadini”.
Guardando alle prossime elezioni amministrative cosa intravede nel suo futuro non potendosi ricandidare per un terzo mandato? E la sua sensazione è che il cammino del “Paese di tutti” continuerà anche oltre il 2025?
“Per quanto riguarda me, vedremo. Non mi vedo da qualche parte di preciso. Il bagaglio di esperienze maturato in questi anni sarà sicuramente utile sia se dovessi decidere di tornare al mio lavoro di bancario sia se mi si prospettassero altre possibilità. Il “Paese di tutti” certo che ci sarà dopo il 2026 (il voto per il rinnovo delle Amministrazioni elette a settembre 2020, come noi e Lecco, è già stato spostato alla primavera appunto del 2026). Tanti ancora sono i lavori da fare e i progetti nel cassetto! Non sarò più sindaco ma sarò al servizio del mio gruppo nelle modalità che lo stesso deciderà”.
Un’ultima domanda. Sempre guardando allo schieramento vincitore sia della tornata elettorale del 2015 sia di quella del 2020, qualcosa si muove per quanto riguarda la candidatura alla carica di sindaco?
“Fare il sindaco di Mandello Lario vuol dire mettere in pausa la propria vita lavorativa, la propria carriera personale e scombussolare anche la vita personale. Non è una scelta facile. E’ presto per parlarne seriamente, ma nel gruppo sono sicuro che troveremo la persona giusta. Io qualche idea già ce l’ho, ma è prematuro parlarne”.
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