Dal gruppo politico e consiliare di “Casa Comune per Mandello democratica” riceviamo e pubblichiamo:
In data odierna, come anticipato nei giorni scorsi, abbiamo depositato un esposto presso la Procura della Repubblica di Lecco in ordine al cosiddetto intervento di “rigenerazione urbana” in corso, di cui ieri abbiamo avuto notizia dell’avvenuta sospensione dei lavori a opera del Comune, come peraltro da noi richiesto con preoccupata insistenza da tempo.
I temi centrali su cui verte l’esposto sono: la mancata osservanza delle norme di legge in materia urbanistico-edilizia, la mancata tutela dell’interesse pubblico e il danno ambientale.
Sul tema del danno ambientale, in particolare, ci risulterebbe - dagli approfondimenti effettuati - che l’area a lago è ancora qualificata come “verde privato tutelato” dal vigente piano di governo del territorio. Quindi, se dovesse essere confermata questa qualifica, il danno per il territorio, per il paesaggio e per la collettività sarebbe enorme perché in quell’area è assolutamente vietato inserire nuove costruzioni. Di conseguenza, la costruzione a lago risulterebbe illegittimamente autorizzata.
L’esposto viene inoltrato anche alla Corte dei Conti - Sezione Lombardia Milano, all’Autorità nazionale anticorruzione, alla Soprintendenza dei beni architettonici di Milano e alla prefettura di Lecco per le tutte le eventuali valutazioni di loro competenza.
Nel frattempo rimarremo sempre vigili e attenti su quanto avverrà d’ora innanzi, alla luce della sospensione dei lavori. Sarà importante capire cosa faranno il sindaco e la sua maggioranza: noi continuiamo a sostenere, da tempo, che debba essere avviato un procedimento amministrativo in autotutela da parte del Comune, a causa della mancanza della necessaria ed esclusiva autorizzazione paesaggistica provinciale (quelle comunali rilasciate non sono valide).
Seguiremo, passo dopo passo, ogni movimento del sindaco Fasoli e dei suoi, pronti a fare la nostra parte per informare la comunità e tutelare il paese, perché resta gravissimo il loro ritardo nell’assumere provvedimenti e, cosa ancora peggiore, l’aver continuato a sostenere e a dire pubblicamente alla comunità e alle istituzioni del territorio che tutto era a posto e regolare, sapendo che si trattava di una menzogna.
Il gruppo politico e consiliare di “Casa Comune”
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