04 giugno 2023

Studiare e salvaguardare il castagno. “E’ indispensabile per il benessere nostro e dell’ambiente”

Se ne parlerà in un convegno sabato 10 giugno a Galbiate. Il progetto è finalizzato anche a individuare sui territori tutte le piante contrassegnate da elevata età e grandezza

 
Sabato 10 giugno presso l’Auditorium “Cesare Golfari” a Galbiate si terrà il convegno di avvio del progetto RIBICALM - Ricerca della biodiversità del castagno tra lago e montagna finanziato dalla Regione Lombardia con i fondi del programma di sviluppo rurale 2014-2020 rivolti alla conservazione della biodiversità animale e vegetale.
Capofila del progetto è il Dipartimento di biotecnologie e scienze della vita dell’Università degli Studi dell’Insubria di Varese, con la partecipazione dell’Istituto per la BioEconomia del Consiglio nazionale delle ricerche.
Il progetto si origina dalla richiesta avviata dall’Associazione castanicoltori Lario orientale che intende studiare, individuare e salvaguardare la biodiversità castanicola ancora presente all’interno delle selve.
“Abbiamo chiesto ai nostri associati di aiutarci a rintracciare tutte le varietà di castagno che erano segnalate all’interno dei nostri territori e alle Comunità montane di sostenere questa attività sui rispettivi territori”, afferma Mauro Gerosa, presidente dell’Associazione castanicoltori Lario orientale. “Nel corso dei decenni - aggiunge - si sono praticamente persi i collegamenti secolari tra le nostre popolazioni e le piante coltivate e il rischio è di perdere irrimediabilmente le conoscenze che i nostri avi avevano riguardo le piante di castagno, la qualità dei frutti e le capacità produttive che, anche se in minima parte, sono arrivate fino a noi. A questo si sono aggiunti i cambiamenti climatici e il castagno subisce l’attacco da parte di temperature mediamente sempre più alte, pioggia sempre minore e mal distribuita e malattie che stanno diventando sempre più aggressive e letali”.
“Nel giro di pochi anni - osserva ancora Gerosa - rischiamo di perdere una parte delle nostre selve o di vederle degradate per le difficoltà vegetative e produttive delle piante”.
“Questo progetto - sottolinea il professor Giorgio Binelli del DBSV - consentirà di studiare dal punto di vista genetico centinaia di piante segnalate con oltre 80 nomi diversi e di vedere se effettivamente corrispondono a varietà distinguibili e quanto possono essere geneticamente vicine tra loro. La salvaguardia della diversità genetica è importantissima perché corrisponde a una variabilità nei caratteri che possono fornire al castagno resistenza ai cambiamenti ambientali e alle malattie”.
“Il progetto - evidenzia dal canto suo il dottor Claudio Cantini del Cnr - è finalizzato anche a individuare sui territori tutte le piante di castagno contrassegnate da elevata età e grandezza, determinate in base alla circonferenza del tronco. Attendiamo la segnalazione della presenza di queste che definiamo “piante patriarca” da parte sia di castanicoltori sia di semplici cittadini. Se una pianta è in grado di crescere per secoli in un determinato ambiente quando intorno a lei altre muoiono significa che possiede caratteri di resistenza che dobbiamo studiare e preservare perché potrebbero aiutarci a proseguire la coltivazione del castagno in un futuro sempre più contrassegnato da difficoltà ambientali”.
 

“La mia speranza, sia in qualità di presidente dell’associazione di castanicoltori sia di cittadino - dice ancora Mauro Gerosa - è che questo progetto consenta non soltanto di catalogare la biodiversità di castagno presente ma anche quella di riprodurre le piante più interessanti, le più diverse tra loro, così come anche piante generate dai patriarchi. E il mio sogno è quello di creare, in collaborazione con le Comunità montane, delle piccole collezioni collocate in zone climatiche diverse. Solo in questo modo saremo in grado di lasciare alle nuove generazioni non soltanto storie di nomi, ma esempi viventi di piante in grado di crescere e produrre castagne e legno, importanti per l’economia ma soprattutto per il paesaggio e la biodiversità vegetale e animale, sostenuta dalle nostre selve castanili estensive di tipo tradizionale”.
“In un mondo che cambia, il castagno sarà ancora necessario per mantenere il benessere nostro e del nostro ambiente - conclude Gerosa - ma occorre agire subito, prima che siano perduti per sempre i legami con le memorie storiche dei nostri territori. Invitiamo quindi non solo i castanicoltori ma tutti i cittadini interessati ai temi ambientali e alla storia dei luoghi al convegno di avvio del progetto, a cui potranno partecipare come volontari aiutando il censimento delle piante monumentali”.
Il convegno di sabato 10 giugno avrà inizio alle 9.30. Per iscriversi si può inviare una e-mail all’indirizzo niccolo.mapelli@comunitamontana.lc.it.

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