L’Anpi di Lecco, l’Associazione
culturale “Luigi Scanagatta” di Varenna e il Comitato “Trittici di Varenna” propongono il
docufilm “Potenti in fuga”, realizzato dal lecchese Pierfranco Mastalli, con
riprese e montaggio di Andrea Brivio.
L’appuntamento
è nella sala polifunzionale “De Marchi” di Varenna per venerdì 16 giugno
alle 20.45 (ingresso libero).
Il
documentario è già stato presentato in più
di 30 località italiane e estere e la versione online tramite la piattaforma
Google Drive è stata visionata molte volte.
Nel
filmato vengono trattati vari momenti della cruciale settimana del 25 aprile
1945, sul finire del tragico conflitto in Nord Italia, con una attenta e
rigorosa ricostruzione degli eventi occorsi a Milano, sul Lario, in Valtellina-Valchiavenna
e al confine italo-svizzero. Uno speciale risalto viene riservato all’operato
del Comitato di liberazione nazionale “Alta Italia” e dei gruppi partigiani
attivi nella regione alpina lacustre.
L’incipit
dell’opera risulta coinvolgente e emozionante, con una dedica di Mastalli a
padre David Maria Turoldo, carismatica figura, uomo della Resistenza, profeta
di libertà, giustizia, pace e fratellanza, grande educatore.
Nelle
scene successive viene descritto il passaggio sul Lario della colonna tedesca fermata
a Musso e perquisita a Dongo dalla 52.ma Brigata Clerici. Nascosto su un camion
tra i soldati tedeschi viene scoperto e arrestato Benito Mussolini. Stessa sorte,
il 27 aprile, tocca ai gerarchi fascisti al seguito.
Il
28 aprile sul lungolago di Dongo vengono fucilati 15 gerarchi catturati e a Giulino
di Mezzegra Mussolini e Claretta Petacci.
Sempre
il 28 aprile a Morbegno tra il comandante tedesco Oberleutnant Willy Flammiger e
tre capi partigiani si firma la tregua, che dischiude il transito dei tedeschi senza
armi verso la Valchiavenna, la Val Bregaglia e l’Engadina. Il loro passaggio avviene
alla dogana di Castasegna il 29 aprile.
Pierfranco
Mastalli da ragazzo ha visto con i suoi occhi il transito sul lungolago di Gravedona
della colonna FLAK, così come il sequestro dei veicoli dell’autorimessa dello zio
da parte prima della milizia fascista e subito dopo dei partigiani. Questi ricordi
lo hanno portato nel corso degli anni a raccogliere testimonianze e documenti.
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