(C.Bott.) “Non avremmo mai immaginato di
ritrovarci così presto per darti l’ultimo saluto, ma se volevi riunirci tutti
bastava che ce lo dicessi. Ci saremmo ritrovati magari al campo sportivo, che tu
hai tanto amato. Di te ricorderemo sempre la tua determinazione e la tua grinta”.
Nel
saluto dei suoi ex compagni di squadra della Polisportiva Mandello, letto al
termine delle esequie, c’è l’affetto che Massimo Pomi aveva saputo meritarsi
dapprima sui campi di gioco poi per il coraggio con cui aveva affrontato la
malattia.
“Eri
una bella persona - gli hanno detto gli amici - e adesso in Cielo sei il nostro
angelo numero 6. E lassù torna a essere libero”. Libero, già, proprio come il
ruolo in cui ha sempre giocato.
Erano
state le note all'organo di Fratello sole
Sorella luna a introdurre oggi pomeriggio il rito funebre nella chiesa
prepositurale del Sacro Cuore a Mandello Lario, seguite in apertura di cerimonia
dall’esortazione di monsignor Giuliano Zanotta a esprimere “la nostra fede
nella risurrezione e nella vita eterna”.
Appena
sotto i gradini che portano all’altare la bara di legno chiaro con le spoglie
mortali di Massimo. Sopra, un cuscino floreale e la maglia del Mandello, la “sua”
maglia, quella con il numero 6.
All’omelia il parroco della comunità pastorale mandellese ammette che “la vita è un
mistero di gioie e di dolori” e che quello stesso mistero “ha accompagnato
anche l’esistenza di Massimo, un campione”.
“E’
difficile comprendere il dolore e la malattia - dice il sacerdote - ma noi
dobbiamo guardare alla parola del Signore, che ci consola perché ci vuol bene
ed è misericordioso”. “E proprio la fede - aggiunge - ci dice che soltanto in
Gesù possiamo trovare la risposta ai nostri legittimi interrogativi, ai nostri
dubbi”.
Quindi
l’invito ad accogliere ciò che ci manda il Signore, “che saprà anche tener conto
del bene compiuto da chi è stato vicino a Massimo e lo ha assistito nel lungo
percorso della malattia”.
Poi, dopo i riti di aspersione e incensazione del feretro, il commiato degli amici. E in chiesa è salito alto l'applauso.
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