16 giugno 2023

Lutto nel ciclismo per la morte di Mader. E il pensiero torna alla tragica fine di Fabio Casartelli

Don Agostino Frasson al Ghisallo nel luglio 2015 con il padre e la moglie di Fabio Casartelli.

(C.Bott.) La morte di Gino Mader, il corridore elvetico ventiseienne  che ieri era finito in un burrone durante la quinta tappa del Giro della Svizzera, con un volo di una trentina di metri, fa tornare con i ricordi a quel tragico 18 luglio 1995, quando al Tour de France analoga sorte toccò al comasco Fabio Casartelli, 24 anni, caduto mentre stava affrontando la discesa dal Colle di Portet-d’Aspet.

Vent’anni dopo - era il luglio 2015  - Casartelli, che era stato medaglia d’oro alle Olimpiadi di Barcellona del 1992, venne ricordato al Santuario del Ghisallo da “Casa don Guanella” e da tutti i responsabili, gli operatori e gli amici della comunità educativa lecchese. Un momento di spiritualità e, insieme, di fraternità “per fare memoria - come aveva ricordato in quella circostanza don Agostino Frasson, responsabile di “Casa don Guanella” - degli amici ciclisti che non sono più con noi”.

 
Un rito significativo perché celebrato davanti al santuario della Madonna patrona dei ciclisti, raggiunto in bicicletta dallo stesso don Agostino e da numerosi altri appassionati dello sport del pedale.
Al Ghisallo quel giorno c’erano anche Gianni Bugno e Claudio Chiappucci, campioni di ciclismo di un non lontano passato. E c’erano la moglie e il padre di Casartelli.
Oggi questo nuovo lutto per la scomparsa di Gino Mader, sopraggiunta all’ospedale di Coira.

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