Cerimonia di
chiusura della "quattro giorni" organizzata dalle sezioni Ana di Lecco e Milano con
trenta ragazze e ragazzi di terza media, prima e seconda superiore
In
trecento, alpini e non soltanto, hanno partecipato ieri mattina alla cerimonia
di chiusura del campo scuola organizzato dalle sezioni Ana di Lecco e Milano
presso il rifugio “Cazzaniga-Merlini” ai Piani di Artavaggio, in concomitanza
con il 70° raduno sezionale che tradizionalmente si svolge a fine giugno.
A
salutare i trenta tra ragazze e ragazzi di terza media, prima e seconda
superiore che hanno partecipato all’iniziativa c’erano i presidenti delle sezioni
Ana di Lecco, Milano e Bergamo Emiliano Invernizzi, Valerio Fusar Imperatore e
Giorgio Sonzogni.
Il
campo scuola, iniziato giovedì 22 e che è seguito a quello tenuto a Villa
Grugana di Calco a metà giugno, ha impegnato i giovanissimi in quattro intense
giornate di vita in comune, proponendo escursioni e arrampicate, momenti di
gioco e divertimento, incontri con le esperienze di Protezione civile dell’Ana
e con un gruppo di militari delle Truppe alpine. Il tutto scandito dall’alzabandiera
mattutino e dall’ammaina-bandiera serale.
Pranzi,
cene e pernottamento presso il “Cazzaniga-Merlini”, di proprietà della sezione
Ana di Lecco, sono stati assicurati dall’attento e paziente lavoro di decine di
penne nere che hanno affiancato i ragazzi lungo le quattro giornate.
Ieri
mattina il raduno sezionale è culminato nella celebrazione della messa da parte
di don Gianmaria Manzotti, responsabile della Pastorale giovanile della
Valsassina, e con la consegna degli attestati di partecipazione al campo
scuola, che ha incontrato l’alto gradimento dei giovani ospiti e regalato non
poca soddisfazione agli organizzatori, come hanno voluto sottolineare sia il
presidente delle penne nere lecchesi, Invernizzi, sia quello di Milano, Fusar
Imperatore.
Invernizzi,
salutando in particolare i ragazzi e ringraziando quanti si sono spesi per la
buona riuscita dell’iniziativa giunta al suo secondo anno di vita, ha rimarcato
come oggi siano due le armi in dotazione agli alpini e i valori di cui si fanno
forti le penne nere: la fede in Dio e nella nostra civiltà cristiana, che non è
né anacronistica né divisiva, e l’amore che si fa carità e lavoro a favore di
chiunque abbia bisogno.
Il
presidente delle penne nere di Lecco, guardando al “Cazzaniga-Merlini”, ha
ribadito due concetti: innanzitutto quello di rifugio come luogo dove si trova
accoglienza e riparo nella tempesta e nelle difficoltà. Poi ha rimarcato che insieme a quelli di
pietra sono rifugi sicuri e luoghi di umanità le famiglie e la stessa associazione
alpini. Quindi la parola raduno, ovvero il mettersi insieme per un’opera, nel
rispetto sì delle regole che anche l’Ana si è data in questi oltre cento anni
di vita ma pure discutendo e dialogando con franchezza.
Emiliano
Invernizzi ha poi ricordato le vicende del rifugio costruito nel 1931, ma
soprattutto ha onorato la figura poco conosciuta di Giuseppe Cazzaniga, il
lecchese capitano degli alpini e grande sportivo che con molta umiltà seppe mettere
le proprie doti a disposizione degli altri. “Così come spese la sua vita a
favore degli altri - ha evidenziato all’omelìa don Gianmaria - il beato don
Carlo Gnocchi, che nel 1952 partecipò alla manifestazione inaugurale del
rifugio “Cazzaniga-Merlini” ricostruito dopo la distruzione perpetrata dai nazifascisti
nel periodo bellico”.
Valori,
quelli esaltati da Giuseppe Cazzaniga e da don Gnocchi, che i ragazzi dei campi
scuola dell’Ana hanno potuto rivivere nella proposta degli alpini di oggi.
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