21 maggio 2023

Mandello Lario, l’Avis celebra i suoi 65 anni. “Il sangue non ha prezzo al di là del valore del dono”

Il presidente Roberto Rosa: “Quello dei fondatori fu il coraggio della solidarietà e sfogliando l’album dei ricordi possiamo dire che l’entusiasmo e la voglia di fare furono le condizioni principali che ognuno di loro mise al servizio dell’associazione”

 
(C.Bott.) Sono l’emozione e la gratitudine a prevalere nella giornata di festa voluta dall’Avis di Mandello Lario per celebrare il sessantacinquesimo anniversario di fondazione. C’è il ricordo di chi ha voluto l’associazione, di chi si è battuto per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone sull’importanza della donazione del sangue. E sul valore dell’altruismo.
E allora il primo pensiero, nella cerimonia ufficiale che si è tenuta oggi al teatro “San Lorenzo”, è per il dottor Gianni Comini, che fu tra i fondatori della sezione comunale e che la guidò ininterrottamente dal 1958 al 1983, anno in cui venne nominato presidente onorario in segno di riconoscenza per quanto fatto e per quanto ancora avrebbe continuato a fare (e a dare) negli anni a venire fino al 2015, l’anno della sua scomparsa.
C’è il ricordo di tutti i 40 soci fondatori (due di loro, Orsola Gaddi e Gianni Zucchi, sono viventi) che il 17 maggio appunto del ’58 firmarono l’atto costitutivo dell’Avis mandellese, cui da allora fanno riferimento anche i comuni di Abbadia Lariana e Lierna. 

 
“Fu, il loro, il coraggio della solidarietà - ha detto il presidente Roberto Rosa nel suo discorso - e sfogliando l’album dei ricordi possiamo dire con certezza che l’entusiasmo e la voglia di fare furono le condizioni principali che ognuno di loro mise al servizio dell’associazione”. “In quegli anni non c’era la tecnologia di oggi - ha aggiunto - e il loro era un rapporto diretto con i donatori, utile per mantenerli sempre in contatto proprio con l’associazione”.
Poi altre parole di stima e di sincero affetto per il dottor Comini. “Nel 2016 - ha ricordato ancora Rosa - il direttivo allora in carica scelse di intitolargli la sezione per mantenerne sempre vivo il ricordo. La sua era una presenza discreta e anche per la sua gentilezza noi tutti sentiamo tuttora la sua assenza”.
Quindi il riferimento alla decisione di rinunciare alle medaglie di benemerenza per devolvere il valore economico equivalente a sostegno di un’associazione del territorio. “La medaglia ha il sapore del denaro e gli avisini di Mandello non vogliono essere pagati per quello che fanno spontaneamente e senza alcun esibizionismo”, si legge nell’estratto di un verbale del consiglio direttivo in carica nel 1983.

 
Fu sempre del dottor Comini, quell’idea “rivoluzionaria”. “Doniamo senza ricevere nulla in cambio”, era solito dire. E da allora i donatori dell’Avis di Mandello hanno sempre approvato quella decisione, dimostrando che il sangue non ha prezzo al di là del valore umanitario della donazione.
A beneficiare quest’anno dell’importo equivalente al valore delle medaglie (oltre 4.100 euro) è stata l’associazione “Michy… sempre con noi” di Abbadia Lariana, che si occupa di raccogliere fondi da destinare in particolare alla Pediatria oncologica dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. Sono stati Paola e Stefano Barra, i genitori di “Michy”, a ritirare l’assegno. “Accettiamo questo vostro gesto con grande amore - ha detto mamma Paola - e con l’occasione il nostro grazie va a tutti gli amici che collaborano con noi e sostengono l’associazione”.

 
In precedenza erano intervenuti il sindaco di Mandello, Riccardo Fasoli (“l’Avis è la testimonianza tangibile che si possono fare passi avanti verso gli altri”), Irene Azzoni, assessore del Comune di Abbadia Lariana (“c’è grande stima per ciò che fate perché il vostro dono arriva a tutti”), e Bruno Manzini. “E’ un traguardo importante quello che la vostra sezione comunale taglia quest’anno - ha detto il presidente dell’Avis provinciale di Lecco - ma non è un punto d’arrivo, perché insieme dobbiamo andare avanti ancora. Il vostro rapporto con le persone va oltre ogni individualismo e la cittadinanza lo percepisce. Così, del resto, tutti vivono meglio e si costituisce una comunità solidale e accogliente”.
Manzini ha anche evidenziato che nel territorio provinciale si raccolgono 30.000 unità di sangue e ciò consente di far fronte alle esigenze anche di alcuni ospedali milanesi.

 
Non sono mancate, nella cerimonia al teatro di via XXIV Maggio, le testimonianze di Mario Lafranconi e Giancarlo Alippi, presidenti rispettivamente dell’Aido mandellese e del Soccorso degli alpini, altri due sodalizi che fanno della solidarietà e del servizio alla cittadinanza i cardini della loro azione.
Luciano Benigni ha portato il messaggio augurale della sezione avisina di Aprilia, da lui rappresentata in quanto socio e con la quale da anni l’associazione mandellese donatori di sangue ha instaurato un legame di amicizia, dopodiché il presidente Rosa ha consegnato la tessera di ultima iscritta a Rosaria.

 
Spazio quindi all’attribuzione degli attestati ai 60 soci che hanno raggiunto le 50 donazioni (40 per le donne e vent’anni di iscrizione) e ai 40 con 75 donazioni (60 per le donne e 30 anni di iscrizione). A ricevere il riconoscimento per aver superato le 100 donazioni (80 per le donne e 40 anni di iscrizione) sono stati invece in cinque: Debora Belleri, Gianpiero Fagetti, Silvano Gianola, Andrea Micheli e Mario Vitali.
Infine l’attestato al presidente Roberto Rosa per le 120 donazioni effettuate. A consegnarglielo è stato, in una ideale staffetta generazionale, proprio la ventunenne Rosaria, come detto ultima tesserata avisina in ordine di tempo.
Prima della cerimonia del sessantacinquesimo le messa celebrata nell’arcipretale di “San Lorenzo” da don Giuliano Zanotta, parroco della comunità pastorale di Mandello, nel giorno dell’Ascensione. “Il vostro è il segno della solidarietà e del condividere qualcosa della propria vita - aveva detto il sacerdote all’omelìa rivolgendosi agli avisini - e donare sangue è un grande dono d’amore e di generosità”.
 




























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