Nuovo
appuntamento con il Festival della letteratura, domani pomeriggio a Mandello
Lario. Con inizio alle 17.30, al teatro “San Lorenzo” di via XXIV Maggio si
terrà lo spettacolo teatrale “Malala - L’istruzione, le donne, la libertà” con
Annalisa Cervellera, per la regìa di Teresa Cecere.
La
storia, raccontata sotto forma di monologo di narrazione, è quella di Malala Yousafzai,
attivista pakistana, e della sua lotta per la libertà e per l’istruzione femminile.
Valle
dello Swat, Pakistan, 9 ottobre 2012, ore 12. Giornata d’esami, la scuola è
finita. Malala e le sue compagne sono sul vecchio autobus che le riporterà a
casa ma all’improvviso un uomo sale a bordo e spara tre colpi, ferendola in pieno
volto e lasciandola in fin di vita. Malala ha appena 15 anni, ma per i talebani
è colpevole di aver gridato al mondo sin da piccola il suo desiderio di leggere
e studiare. Per questo deve morire. Ma Malala non muore.
La
sua guarigione miracolosa sarà l’inizio di un viaggio straordinario dalla
remota valle in cui è nata fino all’assemblea generale delle Nazioni Unite.
Oggi
Malala è il simbolo universale delle donne che combattono per il diritto alla
cultura e al sapere. Nel 2014 è diventata la più giovane vincitrice del Nobel
per la pace.
Lo
spettacolo in scena venerdì 5 maggio (ingresso libero) ripercorre alcuni eventi
salienti della vita di Malala, per accompagnare il pubblico alla consapevolezza
di quanto ognuno di noi possa essere artefice di un cambiamento importante per
rendere il mondo migliore.
La
storia di questa ragazzina di 15 anni spiazza. Per il suo coraggio, la sua
caparbietà. Per la sua sicurezza nell’affermare l’importanza della cultura come
strumento potente di cittadinanza attiva e al tempo stesso come diritto inviolabile
per ogni essere umano.
La
scelta di un’interprete giovanissima (Annalisa Cervellera ha appena 16 anni) è
dettata dalla volontà di restituire al pubblico quella semplicità e freschezza
con cui Malala ha sfidato tabù e convinzioni sbagliate, diffuse e radicate nel suo
Paese in nome della libertà.
La
scenografia, semplice quanto essenziale, riporta a un luogo indefinito, marcato
spazialmente dalla presenza di cubi neri, proprio a dire che una storia come questa
potrebbe ripetersi in qualsiasi momento e in qualsiasi altra parte del mondo.
Così come l’attrice nello spazio scenico si muove idealmente da Birmingham al
distretto di Swat con un continuo flusso spazio-temporale sulla scia dei
ricordi.
Altro
elemento protagonista della scena sono i libri: simbolo di istruzione, di cultura,
di saggezza, di crescita.
Il
testo si muove su un doppio binario: quello della narrazione e del racconto dei
fatti e quello della reviviscenza in cui l’attrice vive e respira, dando anima
e voce a una delle vicende più emblematiche e significative della storia delle
donne. Uno spunto di riflessione continuo che scorre rapidamente, come le
pagine di un libro che non riesci a smettere di leggere e che ti lascia una
morale chiara e essenziale che senti il dovere di continuare a portare con te:
“Un bambino, un insegnante, un libro e una penna possono cambiare il mondo”.
Lo
spettacolo ha vinto il primo premio al concorso nazionale di monologhi “Essenza
di prodigi - Città di Forlì”. E’ stato scelto dal CIAI - Centro italiano di aiuto
all’infanzia come testimonial di progetti umanitari.
Nessun commento:
Posta un commento