Lo chef varennese nel programma di Bruno Vespa ha anche ricordato di avere
ricevuto in dono da Elisabetta la pentola appartenuta alla regina Vittoria
(C.Bott.) E’ stato chef della Casa reale inglese dal 1987 al 1990 e ha lavorato a
Buckingham Palace e a Kensington Palace. Di quegli anni e di quella che lui
stesso non esita a definire “una meravigliosa esperienza” Enrico Derflingher,
presidente di Euro-Toques International e ambasciatore della cucina italiana
nel mondo, ha parlato martedì 9 maggio su Rai Uno a Porta a porta.
Lo chef varennese era infatti in collegamento da Monza
con Bruno Vespa per la puntata dedicata all’incoronazione di re Carlo III.
Presentandolo ai telespettatori, Vespa lo ha definito “uno dei più grandi chef
italiani” e ha ricordato che nel 2008 è stato premiato come migliore chef del
mondo.
Ha poi specificato che il giorno della sua
incoronazione, lo scorso 6 maggio, Carlo ha voluto che per il pranzo ufficiale gli
venisse cucinata una quiche, che lo stesso Derflingher aveva preparato per il
collegamento televisivo. Richiesto di che tipo di piatto si trattasse, Enrico
ha dapprima ricordato le sue “escursioni” con l’allora principe di Galles nel
giardino della residenza reale e tra gli orti che Carlo stesso aveva voluto.
“Di
fatto è stato lui a ideare il “chilometro zero” di cui tanto si parla ora - ha
detto - perché dietro ogni castello e ogni palazzo aveva bellissimi orti con
prodotti biologici e con verdure non geneticamente modificate”.
Derflingher ha poi mostrato la quiche da lui preparata
con asparagi, zucchine, erbe e altre verdure dell’orto, uova, ricotta, il
parmigiano reggiano “24 mesi” e un goccio di latte.
“La facevo spesso per Carlo e per la principessa Diana
- ha ricordato lo chef - e mi è capitato di spiegare anche a loro come la
cucinavo. C’era un clima bellissimo, a corte. Lei era una persona affascinante
e dolce, aveva tutti i pregi di questo mondo. I bambini erano ancora piccoli e
non c’erano i problemi che sono sorti in seguito”.
E com’era il principe?, gli ha chiesto Vespa. “Nel privato
- ha risposto Enrico - era molto diverso da come poteva apparire in pubblico o
nelle cerimonie ufficiali. E’ sempre stato una persona distinta, esigente,
precisa e molto stakanovista”.
E’ stata poi la volta del “risotto della regina”, che
Derflingher era solito cucinare in varie occasioni. Una su tutte, una cena
ufficiale a fine 1989, presenti sovrani europei e capi di Stato. “Vi erano vari
ingredienti italiani - ha spiegato lo chef - tra cui il gambero rosso di
Mazara, il timo, la maggiorana, il parmigiano reggiano e il burro di malga. Alla
regina Elisabetta piacque molto e, rompendo il protocollo, mi fece chiamare”. “Io
temevo mi volesse licenziare ed ero terrorizzato - ha aggiunto - invece mi chiese
cosa avrei desiderato di regalo. Non sapevo se chiedere un grande vino, un
cavallo o cos’altro e allora le chiesi la pentola con cui avevo cucinato
appunto quel risotto e che era appartenuta alla regina Vittoria. Lei ha fatto una
piccola smorfia e subito ha detto: “Okay, no problem”. Da allora ho fatto quel
risotto ovunque, in giro per il mondo”.
Prima di chiudere il collegamento Derflingher ha anche
specificato che il risotto che il principe Carlo adorava era un altro. “Era
quello che facevo con le zucchine, gli asparagi e le verdure dei suoi orti, con
il gorgonzola e lo zafferano. Lo chiedeva spesso e mi è capitato di cucinarlo
in varie occasioni proprio perché lo amava molto”.
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